Sigaretta elettronica: fa davvero bene alla salute?

Creato il 17 luglio 2013 da Delpiera @PieraVincenti

Mentre si discute se la sigaretta elettronica debba essere regolamentata come un farmaco o come una semplice variante del tabacco, costatiamo che, ancora una volta, il mercato ha di fatto superato la ricerca e le norme relative alla sua regolamentazione. Riproducendo la gestualità della sigaretta tradizionale e la sensazione tipica della fumata classica (prurito alla gola provocato dall’inalazione della nicotina), la sigaretta elettrica dovrebbe favorire la riduzione o la cessazione del fumo tradizionale.

«Anche se occorreranno anni per stabilire gli effetti della e-cig sulla salute – spiega il Professor Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute di Philadelphia – abbiamo riscontrato che la sigaretta elettronica è un valido strumento per disincentivare le persone dalla dannosa abitudine del fumo. Tuttavia, non bisogna nemmeno sottovalutare i rischi ad essa collegati».

Infatti, nel corso della presentazione di uno studio a cura di I-Think, mercoledì 17 luglio, presso la Sala degli Atti Parlamentari del Senato della Repubblica è emerso che sebbene i dati scientifici fin ora ottenuti indichino che le e-cig abbiano livelli di tossicità inferiori a quelli delle sigarette tradizionali, restano dubbi e preoccupazioni relativamente agli scarsi controlli a livello di produzione, al rischio di tossicità del vapore passivo, al possibile utilizzo della e-cig come prodotto di ingresso e iniziazione per i giovani, al pericolo di overdose da nicotina e di sviluppo di dipendenza. In tal senso, non vanno nemmeno sottovalutati gli effetti negativi della nicotina che, oltre ad essere una sostanza eccitante, se assunta in dosi elevate provoca tachicardia e dipendenza psichica (che si manifesta nell’astinenza quando si cerca di smettere di fumare).

«Insomma la sigaretta elettronica – conclude il Prof. Giordano – deve essere considerata uno strumento terapeutico da utilizzare per smettere di fumare. È come una medicina che va somministrata solo a chi è ammalato».


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