Sigmund Freud a Lavarone: il Cuore che Volge al Sud

Creato il 14 settembre 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Era il 5 agosto del 1923 quando Sigmund Freud (6 maggio 1856 – 23 settembre 1939) durante le sue vacanze a Lavarone (TN) in una lettera alla sua collaboratrice Lou Andreas-Salomé così scriveva: «sono ancora assai tormentato e incerto del futuro». Il padre della psicoanalisi stava infatti affrontando un periodo molto difficile, alla recente perdita del nipotino si era aggiunta la diagnosi della sua malattia e forse anche per questo aveva avvertito l’urgenza di tornare a queste montagne in cui nel passato aveva trascorso momenti di vita sereni e fecondi e a cui aveva dovuto forzatamente rinunciare durante gli anni della Guerra. Appassionato di viaggi e di archeologia, Freud si recava spesso in Italia e amando molto le montagne trascorreva volentieri dei giorni in Trentino (che allora era parte dell’Impero austro-ungarico). Il primo soggiorno di Freud a Lavarone risale all’estate del 1900, rimane traccia del suo entusiasmo in una delle numerose lettere che scrive alla moglie Martha in cui afferma «Unser Herz zeigt nach dem Süden», una frase divenuta celebre e coniata a Lavarone che ha dato poi anche il titolo alla raccolta Il nostro cuore volge al Sud. Lettere di viaggio. Soprattutto dall’Italia (1895-1923) edito da Bompiani nel 2003. La scelta delle destinazioni da visitare era sempre ben ponderata e l’idea di soggiornare su questo altopiano gli fu suggerita da un poeta sensibile e sfortunato, amico del fratello Alexander, che anni prima aveva ricordato con grande nostalgia i giorni spensierati da lui trascorsi fra queste montagne.

Dopo questa prima visita, qualche anno dopo, nel 1906, la famiglia Freud tornò a Lavarone e soggiornò per due mesi presso l’Hotel du Lac che ancora oggi, con grande orgoglio, ricorda questo suo illustre Ospite. I giorni trascorrevano fra i bagni nel vicino lago, le passeggiate lungo i sentieri, le escursioni nelle località vicine e le conversazioni con Otto Rank, Sándor Ferenczi e Ernest Jones, i suoi collaboratori più stretti che giungevano da Vienna per fargli visita. A questo periodo risale la scrittura de Il delirio e i sogni nella “Gradiva” di Wilhelm Jensen in seguito alla lettura del racconto Gradiva di Jensen che gli era stato segnalato da Carl Gustav Jung, negli anni in cui iniziava il loro rapporto di amicizia e di reciproca stima professionale. La novella di Jensen la cui storia ruota intorno ad un bassorilievo su cui è raffigurata una figura femminile mentre cammina, viene analizzata e in un certo senso riscritta da Freud che approfondisce la vicenda letteraria da un punto di vista psicoanalitico e raggiunge una prima consapevolezza della stretta relazione fra psicoanalisi e arte.

Passeggiando lungo il lago di Lavarone e percorrendo quella che dal 1994 è ufficialmente la “Passeggiata Gradiva”, oggi troviamo una riproduzione di questo bassorilievo e le parole che Freud scrisse nel maggio del 1907 a Jung in cui confida che la nascita di questo saggio era avvenuta «in giornate luminose» e che anche a lui lo scritto «aveva procurato molta gioia». Nel 1979, a quaranta anni dalla scomparsa di Freud, la Società Psicoanalitica Italiana ha deciso di affiggere una lastra commemorativa sulla facciata dell’Hotel du Lac e ancora oggi, ogni estate nel mese di luglio, si svolge proprio a Lavarone il convegno “Le frontiere della Psicoanalisi” che tra mostre, dibattiti e rassegna cinematografica offre un ricco programma di approfondimento su temi legati al mondo della psicoanalisi i cui appuntamenti ogni anno vedono partecipe anche un folto pubblico di non addetti ai lavori.

Per maggiori informazioni suggeriamo di consultare il sito www.comune.lavarone.tn.it

Fotografie di Emanuela Riverso


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :