Sin dagli albori della civiltà, l’ingresso ai luoghi sacri e misteriosi era preceduto da due pilastri. Sia in arte che in architettura, le due colonne sono simboli archetipici che rappresentano un importante punto d’accesso o il passaggio verso l’ignoto. In Massoneria, i pilastri vengono chiamati Jachin e Boaz e rappresentano uno dei simboli più riconoscibili della Fratellanza, hanno un posto di primo piano nell’arte massonica, nei documenti e negli edifici. In questo articolo esamineremo le origini di questo simbolo senza tempo e il suo significato esoterico.
Il concetto dei due pilastri che si ergono alle porte dei luoghi sacri può essere fatto risalire alle antiche civiltà (alcuni sostengono ad Atlantide, la fonte perduta di conoscenza ermetica).
UN PASSAGGIO
Il simbolo dei due pilastri, da tempo immemorabile, custodisce il passaggio verso luoghi santi e regni misteriosi. Esse segnano il passaggio verso l’ignoto e l’ultraterreno. Nell’antica Grecia, venivano chiamate Colonne d’Ercole, i promontori che fiancheggiano l’ingresso dello Stretto di Gibilterra. Il pilastro a nord è la Rocca di Gibilterra nel territorio britannico di Gibilterra.
Secondo il racconto di Platone, il regno perduto di Atlantide era situato oltre le Colonne d’Ercole, collocandola effettivamente nel regno dell’Ignoto. La tradizione rinascimentale ci dice che i pilastri recavano l’avvertimento “Nec plus ultra” (anche “non plus ultra” “nulla più in là”), che serviva da monito per marinai e naviganti a non proseguire oltre. Simbolicamente, andando oltre le Colonne d’Ercole potrebbe significare l’abbandono della bruttura del mondo materiale raggiungendo una sfera superiore di illuminazione.
“La città degli eletti filosofici si staglia dalla vetta più alta delle montagne della Terra, e qui gli dèi degli sapienti se ne stanno insieme in una felicità eterna. In primo piano vi sono i pilastri simbolici di Ercole che appaiono sul frontespizio del Novum Organum di Bacon, tra loro corre il sentiero che porta verso il superamento delle incertezza terrene, a quel perfetto ordine della sfera degli illuminati “1.
IN MASSONERIA
L’utilizzo massonico dei termini Jachin e Boaz termini proviene dal racconto biblico del Tempio di Re Salomone. Il capomastro del Tempio di Salomone fu Hiram Abiff, figura di spicco nei rituali massonici. I versi dei Re capitolo 6:1-38, Capitolo 7 e Capitolo 8 descrivono le dimensioni, la costruzione e a ciò a cui era dedicato il Tempio sotto il regno di Salomone. Un passaggio descrive più precisamente i due pilastri che si erigono di fronte al tempio di Re Salomone.
15 Chiram fece due colonne di bronzo, alte nove metri e con una circonferenza di 6.
16 Fece anche due capitelli di bronzo fuso, da mettere in cima alle colonne: erano alti entrambi 2,5 metri.
17 Ornò i capitelli con decorazioni a forma di catene intrecciate.
18 Tutt’attorno a questi intrecci pose delle decorazioni a forma di melegrane, due file per ogni colonna.
19 I capitelli terminavano a forma di giglio. Questi gigli erano alti 2 metri.
20 Poggiavano su una sporgenza sopra le decorazioni a forma di intreccio. Le melegrane disposte attorno ai capitelli, su due file, erano circa 200.
21 Le due colonne furono erette davanti al tempio, una a destra e l’altra a sinistra dell’ingresso. Venivano chiamate Jachin e Boaz.
22 Così fù portata a termine la fabbricazione delle colonne, con i loro capitelli a forma di giglio.
– 1 Re Capitolo 7
Il reconto sul Tempio di Salomone è di grande importanza nella Massoneria poichè ogni dettaglio del palazzo contiene un importante significato esoterico. I due pilastri funzionano da “portale per i Misteri” eretti su i due lati dell’ingresso di un luogo sacro.
”Secondo gli antichi Rabbini, Salomone era un iniziato alle scuole misteriche e il tempio era in realtà era un luogo iniziatico con una miriade di simbologie di filosofie pagane ed emblemi fallici. I melograni, le Colonne davanti alla porta, i cherubini babilonesi e la disposizione delle camere e dei tendaggi, indicano globalmente che il tempio sia stato costruito sul modello dei santuari Egiziani e Atlantidei “2.
Proprio per questo motivo, Jachin e Boaz hanno trovato larga diffusione nelle logge massoniche, nei monumenti e nei documenti. Qui sotto una descrizione delle colonne a cura di Albert Pike destinata ai novizi:
“Entrate nella loggia attraversando le due colonne. Esse rappresentano le due situate sotto il portico del tempio (di Salomone), su i due lati della grande porta orientale. Questi pilastri, di bronzo, misuravano entrambi quattro cubiti di diametro. Un cubito è un piede e 707/1000. Il tronco di ciascuna era alto trenta piedi e otto pollici, i capitelli erano alti otto piedi e sei pollici, e il diametro dei pilastri era di sei piedi e dieci pollici. I capitelli vennero arricchiti da melograni di bronzo, ricoperti con trame in bronzo e decorati con ghirlande dello stesso materiale; imitando la forma del loto o giglio egiziano, un simbolo sacro per gli indù e gli egiziani . Il pilastro di destra, a sud, venne chiamato, secondo la traduzione della parola ebraica, Iachin riportata nella bibbia; quella a sinistra venne chiamata Boaz. I due nomi significano rispettivamente “Stabilità:”" e “Forza”.
Queste colonne erano imitazioni, realizzate da Khurum, l’artista di Tiro, delle grandi colonne consacrate al vento e al fuoco, all’ingresso del famoso Tempio di Malkarth, nella città di Tiro.
La parola Jachin, in ebraico, probabilmente si pronuncia Ya-Kayan, e significa, come sostantivo verbale, Colui che rafforza, fermo, stabile, retto.
La parola Boaz deriva da Baaz che significa forte, forza, potenza, rifugio, fonte di forza, una fortezza. 3
I due pilastri
Monumento massonico israeliano che include le colonne massoniche
La papessa (Grande Sacerdotessa) siede in mezzo alle due colonne Jachin e Boaz
SIGNIFICATO ESOTERICO
Come con la maggior parte dei simboli occulti, le colonne massoniche nascondono molteplici livelli di significato, alcuni destinati al profano e altri diffusi tra i più alti gradi della Massoneria. Tuttavia, è generalmente risaputo che Jachin e Boaz rappresentano l’equilibrio tra due forze opposte.
“Questi sono i nomi [Jachin e Boaz] dei due pilastri costruiti sotto il portico del Tempio di Re Salomone. Erano alti diciotto cubiti ed erano splendidamente decorati con ghirlande, melograni e trame varie. Sulla parte superiore di ogni colonna vi erano delle grandi coppe - oggi erroneamente chiamati sfere o globi – una delle coppe conteneva il fuoco e l’altra l’acqua. Il globo celeste (originariamente la coppa di fuoco), che sormonta la colonna di destra (Jachin), è il simbolo dell’uomo divino, mentre il globo terrestre (la coppa di acqua), che sormonta la colonna di sinistra (Boaz), significa l’uomo terreno . Questi due pilastri, connotano anche rispettivamente, le espressioni attive e passive dell’energia divina, il sole e la luna, lo zolfo e il sale, bene e male, luce e oscurità. Tra di loro la porta che conduce alla Casa di Dio, la loro presenza alle porte del Santuario è un ricordo anche del fatto che Geova sia androgino e una divinità antropomorfa. Le due colonne parallele indicano anche i segni zodiacali del Cancro e del Capricorno, collocati nella stanza delle iniziazione per rappresentare la nascita e la morte – gli estremi della vita fisica. Di conseguenza, esse significano l’estate ed i solstizi invernali.’ “4
“Alef è l’uomo; Bet è una donna, uno è il principio, 2 è la parola A è il principio attivo, B è il passivo, la monade è BOAZ, la diade è Jachin. Nei trigrammi di Fohi, l’unità è YANG e la diade è YIN.
Boaz e Jakin sono i nomi dei due pilastri simbolici che precedono l’entrata principale del Tempio di Salomone. Nella Cabala questi pilastri spiegano tutti i misteri dell’antagonismo, naturale, politico o religioso. Chiarisce anche la “battaglia procreativa” tra uomo e donna, in quanto, secondo la legge della natura, la donna deve resistere all’uomo così da farsi sopraffare da quest’ultimo. Il principio attivo cerca il principio passivo, il pieno vuole il vuoto, le fauci del serpente attirano la coda del serpente, girando circolarmente quindi, fugge e insegue se stesso contemporaneamente. La donna è la creazione dell’uomo, e la creazione universale è la sposa del principio primo. “
La permanente alleanza tra ragione e fede non sarà il risultato dalla loro assoluta distinzione e separazione, ma dalla loro collaborazione reciproca, inaridendo così il loro fraterno “principio di concorrenza”. Tale è il significato dei due pilastri del portico di Salomone, uno chiamato Jachin e l’altra Boaz, una bianca e l’altra nera. Sono distinte e separate, sono addirittura contrarie in apparenza, se una forza cieca cercasse di unirle facendole avvicinare l’un l’altra, il tetto del tempio crollerebbe. Separatamente, il loro potere è uno, unite sono due poteri che si distruggono l’un l’altro. Per la stessa ragione il potere spirituale si indebolisce ogni qualvolta tenta di usurpare quello temporale, mentre il potere temporale diventa la vittima dei suoi abusi in quello spirituale. Gregorio VII rovinò il Papato, i re scismatici hanno perso e perderanno la monarchia. L’equilibrio umano richiede due piedi, i mondi gravitano per mezzo di due forze; le generazioni hanno bisogno di due sessi. Questo è il significato della arcano di Salomone, rappresentato dai due pilastri del tempio, Jachin e Boaz. “5
L’unione dei due pilastri si dice generi un terzo pilastro, quello centrale, che rappresenta esotericamente l’uomo e l’umanità.
“Quando le due colonne trovano l’equilibrio tra loro significa che è stata raggiunta l’unione del Sushumna e della Kundalini. Questo matrimonio sacro creerà il cosiddetto fuoco di kundalini che irradierà tutto il corpo umano, riempiendolo di luce divina. È allora che l’umanità diventerà la terza colonna del Tempio della Saggezza. Lui / Lei sarà una colonna formata dalle forze combinate della Forza (Jachin) e della Bellezza (Boaz). Questo atto costituisce la “Parola Perduta” nel sistema vibrazionale del corpo fisico dell’anima. “6
La combinazione delle forze opposte dei due pilastri produce la colonna centrale: l’uomo perfetto.
SIGNIFICATO CABALISTICO
Negli insegnamenti cabalistici Jachin e Boaz rappresentano le due colonne di Sephirot, l’albero della vita.
La colonna di destra, che si chiama Jachin, ha il suo fondamento su Chochmah, l’effusione della sapienza di Dio, i tre globi sospesi sono tutte potenze maschili. La colonna a sinistra si chiama Boaz. I tre globi su di essa sono potenze femminili e recettive,perché fondata nella comprensione; è una potenza ricettiva e materna. La Sapienza, si noterà, viene considerata radiante o effusiva, mentre la Comprensione, ricettiva, o comunque come qualcosa che viene riempito dallo scorrere della Sapienza. I tre pilastri sono in ultima analisi, uniti in Malchuth, in cui tutti i poteri dei mondi superiori si manifestano. ”7
NELLA CULTURA POPOLARE Le colonne vengono a volte usate nella cultura popolare per fini diversi da quelli decorativi assumendo un significato esoterico. L’atto di stare in piedi o attraversare i pilastri, rappresentano simbolicamente la trasformazione o l’iniziazione, ecco alcuni esempi: