Silenzio non è mutismo.
Silenzio è ascolto della Parola.
Silenzio è ascolto delle parole di fratelli e sorelle.
Silenzio è parola sussurrata (come Quella Parola ad Elìa attraverso la “brezza leggera”) e mai urlata.
Silenzio è condivisione.
Silenzio è fiducia.
Silenzio è una mano tesa per stringere un’altra.
Silenzio è un ponte che una persona attraversa per congiungersi con l’altra dalla parte opposta o che entrambi, dalle parti opposte, attraversano per congiungersi nel mezzo.
Silenzio è presenza discreta.
Silenzio è proporsi senza imporsi.
Silenzio è quando un Matrimonio o la nascita d’un figlio diventano motivi di condivisione.
Silenzio è scrivere a qualcuno in qualunque modo
Silenzio è solitudine.
Mutismo è assenza con deliberato consenso.
Mutismo è diffidenza.
Mutismo è divisione.
Mutismo è isolamento.
Mutismo è una mano sempre in tasca.
Mutismo è quando coniugi e genitori considerano di razza inferiore coloro che non sono come loro.
Mutismo è quando studio, lavoro e volontariato diventano pretesti per tenere a distanza chi ha smesso o finito di studiare e/o lavorare e tenere a distanza chi non è impegnato nel volontariato.
Mutismo è quattro mura erette per impedire ogni accesso esterno.
Mutismo è rispondere (o non rispondere), soltanto, per mantenere le distanze.
Nel silenzio la Parola troverà sempre accoglienza.
Nel mutismo, invece, la Parola troverà, sempre e soltanto, rumore assordante incapace, anche con deliberato consenso, d’accoglierLa, d’ascoltarLa.
Luca Lapi