Nel resto, però, ci sono film da Festival a cui uno sguardo non si nega.
Ecco quindi i consigli per un caldo weekend al cinema:
Vincitore all'ultimo Festival di Roma ha tutte le carte in regola per piacere: la sceneggiatura di Richard Curtis (Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill e il delizioso Questione di tempo), la regia di Stephen Daldry (Billy Elliot, The Hours) e la storia avventurosa di tre amici che trovando un portafoglio in una discarica, daranno inizio a fughe e rincorse alla ricerca del proprietario.
Da vedere.
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Una coppia di giovani iraniani è pronta a lasciare il Paese per trovare fortuna in Australia.
Ma più di un incedente li intralcia, minando il loro rapporto.
Acclamato a Venezia, dove l'ho saltato per cause di programma, lo si dovrebbe decisamente recuperare.
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Siamo in Israele, qui, ma i problemi non sono meno leggeri, visto che la protagonista si ritrova ad aspettare come reietta che il suo divorzio venga ufficializzato. Il marito allunga di proposito i tempi, smascherando un sistema giudiziario antico e bigotto.
Presentato a Cannes, suscita sicuro interesse.
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Ora non le possiamo più chiamare solo commedie nostrane ma anche alternative (forse) più intelligenti ai cinepanettoni. Forse solo perchè a metterci la firma sono gli autori di Boris, e perchè nel cast si trovano comici solitamente arguti (Alessandro Cattelan, Marco Giallini, Corrado Guzzanti, Alessandra Mastronardi, Valerio Mastandrea, Laura Morante, Francesco Pannofino, Caterina Guzzanti).
Il risultato, al di là dello scontato incasso ricco, lo scoprirà chi avrà voglia di vederlo. Io passo.
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Giulio Base alla regia e Giorgio Pasotti alla sceneggiatura, oltre che protagonista... aiuto?
Probabilmente è meglio chiamarlo, visto che anche nella trama -un donnaiolo che si innamora della conquista di una notte e deve fare i conti anche con suo figlio- non troviamo nulla di originale.
A completare il cast: Donatella Finocchiaro, Fabio Troiano, Ninetto Davoli.
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Distribuzione con il contagocce per un film il cui protagonista (un 35enne orfano di madre, senza lavoro, senza donna e senza aspirazioni di alcun genere), mette depressione già dal Trailer.
La Dreamworks prosegue il suo sfruttamento degli animali di Madagascar concentrandosi sui soli Skipper, Kowalski, Rico e Soldato, già protagonisti della serie animata in TV. Le risate sembrano garantite, e uno sguardo glielo si dà, ma la sensazione è quella, per l'appuntamento, di un ennesimo capitolo con cui guadagnare.
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Il poster dice: morivano dalla voglia di diventare boy scout... Basta questo a segnare un film dedicato ai più giovani che con ogni probabilità deriderebbero anche loro.
Il Belgio e il terrore non vanno certo a braccetto.
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Sulla scia del successo di Vikings, gli sporchi vichinghi tornano al cinema. Questa produzione svizzero-tedesca-sudafricana non sembra però delle migliori, anzi.
Meglio History Channel.
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