Quando una sera decidi che vuoi prenderti cura di te stessa e coccolarti con le tue cose più preziose non c’è cosa migliore di una cenetta tranquilla, un bicchiere di vino e poi un buon film visto sul tuo divano in una casa che ogni giorno rendi sempre più tua. Spingi play, ti appoggi con la manina sulla tua guancia e speri di non addormentarti per la stanchezza o per la noia non so, perché vorresti solo due ore di evasione totale da tutto, da una settimana pesante, da un giorno lungo, o da un pensiero fisso, vorresti solo vedere delle belle immagini di un film acclamato da tutti.
La scelta questa volta è chiara, veloce e senza nessun tipo di rimorso…The Help. E fidatevi quando vi dico che non rimarrete delusi nel guardarlo, se come me ancora non lo avevate ancora fatto dopo 2 anni.
Seduta accovaccia al bracciolo del mio divano lo ammetto le lacrime sono cadute a raffica, ma di certo non sono mancati i sorrisi di cuore dettati dal sarcasmo di queste attrici semi sconosciute in Italia che hanno ridato speranza ad una persona che ogni tanto si perde troppo nei suoi pensieri (…mmm…si io).
Lo sfondo socio culturale è il profondo Sud, l’America del Sud e non il nostro Sud agli inizi anni ’60.
C’era ancora il Presidente Kennedy, per poco però, c’era il mito di Marilyn Monroe e c’erano, quelle purtroppo ci sono ancora, Le figlie della Rivoluzione Americana. C’erano le differenze di razza, le differenze di genere e c’era soprattutto il Ku Klux Klan. C’era una città del Mississippi dove per le donne l’unica aspirazione possibile e auspicabile era sposare un buon partito e procreare figli, che poi avrebbero visto crescere dalle loro cameriere di colore. C’erano le mini barbie del Sud impegnate nelle loro serate di beneficenza, c’erano le mogliettine tutto smalto e trucco persino a colazione pronte ad accudire i mariti stanchi di ritorno da lavoro, e spesso di ritorno dalle loro amanti, ricordiamoci che erano gli anni ‘60 e gli uomini non stavano certo a vedere se la propria moglie aveva sempre i capelli cotonati al punto giusto o il grembiulino stirato e inamidato.
In The Help c’era e c’è una donna che fa la differenza generazionale, Eugenia, detta Skeeter, una ragazza di 23 anni cervello, cuore e un lavoro promettente come scrittrice. Nella stessa città c’era un’altra donna altrettanto forte e coraggiosa, che farà la differenza tra bianchi e neri, Aibileen, una cameriera di colore che metterà a rischio la sua vita e quella delle sua amiche/colleghe per raccontare la sua VITA, la loro VITA, quella vita di cameriere e “madri surrogata di figli altrui”.
Dopo due ore di belle emozioni il pensiero che si pone dentro di te è chiaro. Ci vuole coraggio nella vita, il coraggio di prendere anche le decisioni sbagliate, ma quelle decisioni che ti fanno sentire viva sempre ogni giorno.
C’è un passaggio del film in cui si dice che il brutto che abbiamo dentro sparirà, lo combatteremo e vinceremo. Poi tornerà, ma noi saremo più forti e più consapevoli di noi un po’ come dice Dylan “Don’t Think Twice, It’s All Right”. Va tutto bene, passerà e noi saremo più forti.
The Help insegna questo, che nella vita bisogna avere il coraggio di credere sempre in se stessi.
Dai non sono stata troppo smielata, però cavolo piangere davanti ad un film che capita solo a me? E non provate a mentire perché saresti ridicoli.