Sillage voll. 1-2: seguendo una scia di astronavi

Creato il 06 giugno 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Esiste un connubio, tra un particolare genere letterario e una specifica declinazione “territoriale” della nona arte, che da sempre ha prodotto risultati notevoli, ed è quello tra fantascienza e BD franco-belga. Che sia la fantascienza d’autore delle opere di maestri come Jodorosky, Moebius, Enki Bilal e Juan Jimenez o quella “più leggera”, rappresentata da serie come Valerian et Laurelin, il panorama fumettistico d’oltralpe ha sempre presentato storie e personaggi dotati di una marcia in più rispetto al resto del fumetto mondiale, fatte le dovute eccezioni ovviamente, di capolavori quali L’Eternauta.

Sillage, serie nata nel 1998 dalla penna di Jean-David Morvan e dalla matita di Philippe Buchet è l’ennesima conferma dell’estrema sintonia esistente tra gli autori francofoni e il genere fantascientifico. RW Lineachiara nei primi due volumi dati alle stampe, presenta sul mercato italiano i sei tomi iniziali della serie, arrivata in Francia alla sedicesima uscita. La serie non è del tutto inedita nel nostro paese in quanto già Edizioni BD, all’inizio degli anni 2000, aveva anch’essa offerto due volumi della storia.

In lingua francese la parola sillage significa “scia, solco” e il termine, nel fumetto, identifica un immenso convoglio spaziale composto dalle astronavi di una moltitudine di razze diverse che attraversano le galassie alla ricerca di pianeti da colonizzare. In questo immenso crogiolo multi razziale manca proprio la razza umana, finché, durante l’esplorazione di un pianeta-giungla, gli inviati di Sillage s’imbattono in Navis, giovane ragazza umana unica abitante del pianeta e, probabilmente, unica superstite dell’equipaggio di un’astronave precipitata.
Navis, oltre a essere la sola rappresentante del genere umano, possiede anche un’altra caratteristica peculiare: è psico-neutra, in altre parole il suo cervello è “impermeabile” alla telepatia, capacità altamente diffusa tra le altre razze aliene. Il fatto che nessuno riesca a sondare i pensieri della ragazza fa di lei il perfetto “agente speciale” e proprio con questo ruolo essa viene accolta e messa al lavoro dentro Sillage.

È su queste premesse, ampiamente narrate nel primo tomo, “Di fuoco e di cenere”, che si sviluppa la saga di Morvan e Buchet, con caratteristiche ben precise fin dal principio. Ogni volume offre una storia completa, con un inizio e una fine, che allo stesso tempo va a formare un capitolo di un’ampia trama orizzontale. A mano a mano che la serie progredisce il quadro generale si complica e, se i primi due tomi ospitano storie con una struttura narrativa molto semplice e facile da seguire, già dal terzo, “Ingranaggi”, l’intreccio si complica e gli autori mettono in scena personaggi e situazioni presentati nei tomi precedenti, senza fermarsi a dare spiegazioni del contesto ai potenziali nuovi lettori.
Jean-David Morvan
crea un canovaccio che gli permette, in ogni arco narrativo, di focalizzarsi, attraverso la storia narrata e i suoi protagonisti, su di un particolare argomento. Nel terzo volume l’autore analizza il concetto di “progresso”, con le implicazioni positive e negative che lo accompagnano; nel quarto punta l’attenzione sul malcostume della corruzione, sul quinto approfondisce il significato del “terrorismo” e nel sesto tomo quello di “guerra”. Il tutto sempre attraverso gli occhi e i pensieri di Navis, unica costante di tutti gli archi narrativi e specchio del lettore che, attraverso i suoi occhi, vive le situazioni in cui la ragazza si trova implicata e ne può condividere lo stupore e talvolta il senso di smarrimento e solitudine che l’assale, proprio perché come lei, unico essere umano.
Morvan, nel solco della maggior parte della letteratura fantascientifica, costruisce il convoglio interstellare di Sillage e le razze che lo popolano come una metafora della società umana contemporanea, come essa afflitto dagli stessi, radicati, mali: traffici illeciti e corruzione politica, criminalità organizzata, iniqui sistemi di casta.

Può sembrare, a una prima lettura, che l’autore pecchi di superficialità, presentando le varie razze aliene in modo ingenuo e semplicistico, a tratti quasi manicheo, riducendone i rappresentanti a stereotipi di una sola caratteristica o qualità. Invece in questo modo Jean David Morvan riesce a fare emergere le contraddizioni che permeano la nostra società, i cui aspetti egli “scinde” nelle varie razze aliene, facendone emergere tutti i paradossi e le assurdità.
In quest’ottica, anche la peculiarità di Navis, il suo essere immune a qualsiasi tipo di lettura psichica, pare assumere un altro significato, nell’essere metafora della complessità dell’animo umano, rispetto alla “semplicità” degli altri popoli di Sillage.

È su questo impalcato narrativo che Philippe Buchet crea la componente grafica dell’opera. Com’è tipico del fumetto francese, l’artista riempie le proprie tavole di particolari quasi maniacali, ma il suo merito principale lo si ritrova nella capacità di rendere visivamente le decine di razze aliene che popolano il convoglio e i pianeti che Navis visita, donando a ciascuna peculiarità precise nell’anatomia, nel vestiario, nell’architettura e nelle astronavi.
Il tutto con un tratto leggermente cartoonesco e caricaturale, perfettamente adatto a rendere efficacemente i piccoli momenti comici con i quali si stemperano alcuni passaggi a volte pessimistici della narrazione.

La gabbia strutturale pensata da Morvan e Buchet è un’altra costante della serie: concepita con una geometria regolare “a incastro” composta da vignette quadrate e rettangolari, trova nell’estro fantasioso e nelle capacità artistiche del disegnatore terreno fertile per svilupparsi con alcuni passaggi veramente eccellenti, come per esempio la doppia tavola (pagg.  4-5) presente nella quinta avventura, “J.VJ,..\ – La mia vita per i miei”, dove in un gioco di prospettive Philippe Buchet mostra contemporaneamente ciò che avviene all’esterno e all’interno di un’astronave.

Tavole 4-5 di “La mia vita per i miei”

Tra tutti gli aspetti positivi presenti in Sillage, non si possono non segnalare due criticità presenti nei tomi raccolti nei primi due volumi da RW Lineachiara. Il primo è la troppa frettolosità con cui vengono chiuse alcune avventure di Navis, come “Artefatti” (terza storia del secondo volume), che a volte necessiterebbero di più pagine per concludere in modo appropriato l’intreccio narrativo che Jean David Morvan imbastisce.
La seconda è la sensazione che si avverte alla conclusione della seconda avventura del primo volume: i primi due tomi di Sillage possono far pensare, erroneamente, che la serie sia composta da tante avventure slegate le une dalle altre. Ciò può derivare forse dal fatto che i due autori, all’inizio, non avessero ancora ben chiaro lo sviluppo narrativo che intendevano seguire. Il consiglio è di non fermarsi alla sensazione data dalla lettura del primo volume, ma continuare a seguire Navis nelle tre avventure presenti nel secondo volume, con un terzo tomo in uscita a breve.

Abbiamo parlato di:
Sillage Voll. 1-2
Jean David Morvan, Philippe Buchet
RW Lineachiara, 2013-2014
144 pagine, cartonato, colore – 15,95€
ISBN: 9788897965114 – 9788897965169


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