Di Federico Catani il 13 ottobre | ore 13 : 32 PM
E così Berlusconi è tornato nuovamente in Parlamento per chiedere l’ennesima fiducia. Salvo sorprese dell’ultima ora, la riotterrà. Chi si aspettava un passo indietro sarà rimasto sicuramente deluso e continuerà ad esserlo quando domani il Governo ce la farà ancora una volta. Il Cavaliere è apparso sereno e sicuro di sé. Il suo intervento è stato breve, ma efficace. Abbiamo ascoltato, è vero, i soliti progetti, sempre annunciati ma mai realizzati, come la riforma istituzionale e quella della giustizia. E francamente non credo si riuscirà a combinare granché da qui fino al 2013. Però ci si deve almeno provare. In compenso, il presidente del Consiglio pare sia intenzionato a durare fino al termine della legislatura, anche perché – e lo ha ribadito ancora una volta – a questa maggioranza e a questo esecutivo non c’è alternativa. Quale credibilità possono avere le opposizioni nostrane, che hanno inscenato un ridicolo Aventino in segno di protesta? La loro assenza da Montecitorio è stata penosa. Ben diverso l’atteggiamento dei Radicali, che sono stati rispettosi delle istituzioni e hanno criticato la scelta ridicola del centro e della sinistra, bollandola giustamente come una riedizione di quell’unità nazionale “del fascio partitocratico degli anni ’70 che disertava le aule parlamentari appena prendeva la parola Almirante”.
Berlusconi, che ha chiesto scusa per il grave errore di martedì scorso, mettendoci ancora una volta la faccia a differenza di altri membri del Pdl, ora deve chiedere compattezza e responsabilità a tutta la maggioranza. Altrimenti si va a casa. Positivo è stato il riconoscimento del ruolo impeccabile svolto da Napolitano che, a differenza di Fini, cerca di svolgere decentemente le sue funzioni. Il premier ha dunque assunto un aspetto conciliante, tendendo ancora una volta la mano a chi vuole fare critiche costruttive: sebbene non sia questo il volto berlusconiano che preferisco, devo riconoscere che al momento è l’unico che può avere successo se desidera rimanere in sella e convincere gli elettori stanchi e disillusi. Del resto, la mano tesa non sarà afferrata da un’opposizione irresponsabile e cialtrona, il cui unico obiettivo è andare al governo e abbattere il presunto tiranno. Ci piacerebbe molto assistere ad una collaborazione tra schieramenti parlamentari, specialmente in questo momento di difficoltà economica. Tuttavia, sappiamo bene che un atteggiamento simile, ovvero responsabile, in Italia è un’utopia, perché ognuno tira l’acqua al proprio mulino. Inoltre, come ha giustamente ricordato il Cavaliere, occorre scongiurare l’eventualità di un governo tecnico, che, ne sono certo, se va bene farebbe tutto tranne gli interessi degli italiani, mentre in caso contrario non riuscirebbe a combinare nulla: in ogni caso si tratterebbe di un esecutivo non scelto dagli elettori e dunque poco raccomandabile.
Insomma, Berlusconi è apparso abbastanza combattivo. Ha incoraggiato il Paese sostenendo che l’Italia, nonostante tutto, ce la farà e ha criticato lo sfascismo e le calunnie dell’opposizione, sempre pronta a gettare fango, a lapidare e a diffamare la patria all’estero. Il presidente del Consiglio ha assicurato che costituirà un vero e proprio argine e un vero e proprio ostacolo lungo la strada percorsa da chi vuole erigere nuovi patiboli contro il capro espiatorio, che poi sarebbe egli stesso. Sono parole che forse possono e devono dare una scossa. Anche perché, se questa volta Silvio fallisce, può dire addio a palazzo Chigi.