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Silvio convoca il Gran Consiglio, destinazione Salò. Scilipoti: “La Melchiorre è una traditrice”. Lei!

Creato il 02 giugno 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Silvio convoca il Gran Consiglio, destinazione Salò. Scilipoti: “La Melchiorre è una traditrice”. Lei!Più che colpi di coda, quelli di Silvio nella fase discendente del suo regno di monarca assoluto, ci sembrano la riproposizione acritica del periodo finale del fascismo, con tanto di fuga a Salò secondo il Pasolini pensiero. Asserragliato nella fortezza di Palazzo Grazioli, Silvio cerca di ridare un assetto al partito e al governo sparigliando il gioco, innalzando il livello del populismo, chiamando a raccolta i fedelissimi, regalando incarichi, onorificenze e prebende delle quali i subalterni sono notoriamente ghiotti. Qualche gerarca paga ovviamente la disfatta elettorale ma Silvio, fedele al suo motto “non tolgo nessuno, anzi, aggiungo”, mantiene artificialmente in vita anche Denis Verdini detto l’”uomo del pareggio 4 a 0”, Gnazio La Russa meglio noto come lo “sparatore di Tripoli” e perfino Sandro Bondi al quale assegna l’incarico di “curatore della filosofia del partito”, che è come dirgli “non rompere i coglioni e continua a scrivere le tue inutili poesie pagato dagli italiani”. Nomina Angelino Alfano segretario del partito, una carica non prevista nello statuto del Pdl, e si accinge a mettere mano al nuovo organigramma del Gran Consiglio con la necessità incipiente di accontentare tutti: perdere un solo pezzo ora sarebbe una jattura. Sulla linea di partenza Lupi, Vito, Cicchitto, Ronchi e Scajola in lizza per tre ministeri, Giustizia, Politiche Comunitarie e Rapporti con il Parlamento e, sulla scia dell’onorevole-mercato, ben 12 Responsabili che attendono un posto al sole in una delle colonie del regime. A proposito dei Responsabili, da manuale di neuropsichiatria l’intervista di Domenico Scilipoti al Tg3. Domanda del giornalista: “Onorevole Scilipoti, dopo la sconfitta elettorale resterete con Berlusconi facendo come gli Ussari con Napoleone, fedeli fino alla fine, o ve ne andrete?” Risposta di Scilipoti: “Non capisco questo linguaggio”. Giornalista: “Ha presente gli Ussari di Napoleone?” Scilipoti: “Non capisco questo linguaggio. Noi resteremo fedeli per l’Italia e per gli italiani”. Giornalista: “E della Melchiorre che ne pensa?” Scilipoti: “La Melchiorre è una traditrice nata, chi ha tradito una volta lo farà anche un’altra volta. Non ne sentiremo la mancanza”. Crediamo sia inutile commentare le argute osservazioni dell’agopunturista di Barcellona Pozzo di Gotto. Così come quelle di Antonio Razzi (“la batosta elettorale è stata salutare”) e di Maurizio Grassano (“sono un parlamentare ma agli italiani non ho nessun consiglio da dare”) le consegniamo paro paro al curatore del capitolo barzellette del Manuale delle Giovani Marmotte. Quello che possiamo fare però, è prendere atto che questi signori corrono seriamente il rischio di ritrovarsi sottosegretari senza alcun merito se non quello di pigiare ogni tanto un tasto e votare “sì” alle richieste sempre più pressanti di voti di fiducia. Mentre Berlusconi cerca pazientemente di sistemare le ultime tessere di un puzzle in tilt, la sfida con Giulietto Tremonti è ormai al calor bianco. Silvio pretende che il ministro dell’Economia allenti i cordoni della borsa e Tremonti fa finta di non aver sentito. Spalleggiato da Bossi, Giulietto non è disposto a finanziare la Carfagna, la Prestigiacomo, la Gelmini, Galan, Romani e Romano, figuriamoci quel gran pezzo dell'Ubalda Santanchè né qualche Responsabile che dovesse andare ad occupare posti pesanti nel Gran Consiglio. La disputa fra i due è accesissima e non è detto che Tremonti non sia costretto a fare un passo indietro. Sistemato il suo partito e dato un nuovo assetto a un governo costituito da una maggioranza diversa da quella che lo aveva eletto, Silvio ha deciso di occuparsi della comunicazione anzi, della telecomunicazione. Il nemico numero uno di sempre resta Michele Santoro ma anche Milena Gabanelli, Fabio Fazio, Serena Dandini e il Tg3 nel suo complesso sono situazioni delle quali bisognerà “investire il Parlamento” che, siccome con Silvio non ha un cazzo da fare, dovrà trovare il tempo di occuparsi anche del palinsesto della Rai. “La colpa della sconfitta elettorale è tutta di Annozero – ha tuonato Silvio – il parlamento dovrà metterci una pezza”. Dopo essersela presa con i candidati deboli, con una campagna elettorale schizofrenica, con il tradimento del Terzo Polo, con la pioggia, il vento, Lettieri e la camorra, Noemi che non la da più come una volta, Nicole che lo ha mandato in bianco la notte prima del ballottaggio, la ragazza del seggio che non ride mai, non si alza in piedi per baciargli la mano e quindi porta sfiga, con la Batman-House del figlio della Moratti e la villa abusiva di Lettieri a Posillipo, Silvio, pur di non incolparsi di nulla, è andato sul sicuro e rispolverato la vecchia teoria della “tenaglia mediatica” nella quale, secondo lui poverino, lo tengono stretto ben 10 trasmissioni targate Rai. Per dimostrare al mondo intero di essere un uomo di cultura e di conoscere nei particolari il lavoro di Pier Paolo Pasolini, alla fine della lunga giornata del Gran Consiglio del Pdl, Silvio ha offerto a tutti la cena: vassoiate di merda e calici di urina. “E non mi si venga a dire che non vado al cinema”, ha detto a Paolino “Pa” Bonaiuti trangugiandone una cucchiata.PS. Oggi è il 2 giugno. Festa della Repubblica. A Roma sono arrivati i numeri due degli Stati che contano e i numeri uno di quelli che la cartina geografica traccia appena. All’appello mancano soprattutto Obama, la Merkel, Sarkozy e Cameron. Saputo che si sarebbero dovuti incontrare ancora con Silvio nei giardini del Quirinale hanno cortesemente declinato l’invito. Lo stalking è una gran brutta bestia, se lo incontri lo eviti.

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