Silvio pensa al destino di Mu’ammar. Non tromba da una settimana

Creato il 25 marzo 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Sono giorni che piange e che in tivvù mostra il viso più affranto che può. Sanato dal delicatissimo intervento ortodontico dal tocco miracoloso di don Verzé, che non ha lasciato nessuna traccia visibile sul volto santo, Silvio ha perso il sorriso, la voglia di vivere e, ci dicono i ben informati, ormai non tromba da una settimana. In verità stavolta sono stati i suoi a infilargli nel letto una papigirl ma lui, con un sospiro, l’ha allontanata dicendo: “Scusami, ohibò, a minchia nun vole pinseri!”. L’idea di dover bombardare  l’amico di tante sbronze nella tenda berbera, lo sta uccidendo a tal punto che si è lasciato andare (lui!) a un “Non ho niente da dire” che ha colto tutti di sorpresa. Non una parola, non un sorriso, non una palpatina all’interprete, non una barzelletta su Mohammed Esposito, che fra l’altro in questo momento sarebbe sembrata fuori luogo, Silvio è l’ombra di se stesso. E non gli ha tirato su il morale né la sveltina dell’emendamento Paniz né quella sulla responsabilità civile dei giudici che i suoi pasdaran hanno proposto e fatto approvare a sua insaputa. Ci raccontano invece che, ricevendo il gruppo dei Responsabili a palazzo Grazioli, Silvio abbia preso l’album delle foto che lo ritraevano con Gheddafi, e si sia lasciato andare a un pianto dirotto che ha commosso Pionati, Calearo, Belcastro, la Polidori, Siliquini e spinto Scilipoti a telefonare alla mamma novantenne per dirle: “mammina ti voglio bene”. È stato trascinato obtorto collo in guerra da Franco Frattini, da Ignazio La Russa e da Gianni Letta e, anche se per tre differenti ragioni, gli esponenti del suo governo sono riusciti alla fine a convincerlo. Frattini ha bisogno di una lucidatina a livello internazionale. Incapace di farsi rispettare in Italia, dove Di Pietro ormai lo chiama Bugs Bunny, “occhio di vetro” ha provato con la sponda americana di Hillary Clinton e l’ha trovata, disponibile ad accoglierlo, tanto che la segretaria di Stato non smette di elogiarlo. Ignazio La Russa si sa, è uno che se non mena le mani non è contento. Perennemente “su di giri”, il ministro della Difesa mussoliniano dentro, per una volta che può combattere una guerra dalla parte giusta e senza nessun tradimento all’orizzonte, ci si è buttato a capofitto anche se sul concetto di “intervento italiano” le posizioni divergono. Non si capisce infatti come i Tornado possano aver “accecato” le postazioni antiaeree libiche senza tirargli addosso neanche un missile, cosa che in effetti è avvenuta e che La Russa continua a negare. Gianni Letta è il nunzio apostolico della Santa Sede presso il Pdl e per lui il concetto di “crociata” non è mai definitivamente tramontato. Pur di riprendersi l’Africa musulmana, Gianni Letta sarebbe disposto a dire perfino che il suo capo non è un corruttore, tanto grato gli sarebbe il padreterno per la riconquista di anime perse da perdonargli anche le menzogne più spudorate. Ma Silvio è in angoscia. Ripensa a tutti i momenti felici trascorsi con il suo fedele Mu’ammar e si dispera al pensiero della sorte che potrebbe toccargli se un missile francese o britannico riuscisse a centrare il suo bunker. Ha pensato anche di chiedere in affidamento le quaranta amazzoni della “riserva personale” del Cojonello, ma quando gli hanno detto che sono tutte maggiorenni e che per loro l’affido non è previsto, Silvio ha chiamato Lele Mora per chiedergli consiglio. A proposito di minorenni. Ci dicono che Ruby sia stata “blindata”. Tornata da Vienna con una fama notevolmente accresciuta (come il suo conto in banca), sembra che la neo-maggiorenne egiziana-marocchina venga tenuta sotto stretta sorveglianza dagli avvocati del presidente del consiglio che hanno una paura fottuta ogni volta che Ruby apre la bocca non sapendo cosa possa dire. Dalle carte processuali emerge che “il culo” di Silvio (per sua stessa ammissione), gode di una “rete di protezione” ad un altissimo livello che l’ha blindata, ricoperta di soldi (si parla di milioni), interrogata ad usum memoria difensiva, e al cui vertice sembra esserci Sir Biss-Niccolò Ghedini come Ruby stessa dice nell’ennesima telefonata intercettata. Insomma, gli uomini del presidente del consiglio (che nel frattempo sta sempre piangendo per la sorte di Mu’ammar), stanno lavorando alacremente perché Silvio non vada in tribunale, non testimoni, non si metta nelle condizioni di essere arrestato in diretta televisiva mondiale per vilipendio alla corte, cosa fra l’altro probabilissima visto che il collegio giudicante è composto da tre, diconsi tre, giudici donne. Se una frase pronunciata da Silvio dovesse risultare vera, potremmo dire che l’affaire libico, in qualche modo, gli ha aperto la mente. Sembra infatti che abbia detto: “E poi è mai possibile che il nostro interesse è portare democrazia e libertà sempre nei Paesi dove c’è il petrolio? Allora se dovessimo seguire questo criterio dovremmo dichiarare guerra a mezzo Medio Oriente...”. E se lo chiedesse all’altro suo amico di barbecue texano George W. Bush?

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