Origini del simbolismo dei fiori
Il significato attribuito ad ogni singola specie di fiore per le caratteristiche fisiche distintive non è però universale: la variante è dovuta alle notevoli differenze culturali riguardanti l’interpretazione e le definizioni dei sentimenti e dei fiori esistenti nel vocabolario dei Paesi di origine. Queste correlazioni simboliche sono state elaborate in Occidente, nell’antichità, riprendendo quelle risalenti alle culture orientali (cinesi, giapponesi), mediorientali (persiane), europee (greca, romana), oltre alle mitologie e alle religioni.
Significato dei fiori nella storia
La personificazione dei fiori si ritrova nella letteratura classica: il poeta romano Ovidio (43 a.C. - 18 circa d.C.), nel terzo libro del poema epico intitolato 'Le Metamorfosi' (8 d.C.), narra la storia del giovane Narciso. Il sedicenne, straordinariamente bello, innamoratosi della sua immagine riflessa in una sorgente, si lasciò morire travagliato dal tormento. Trovarono in seguito, dove egli era scomparso, un fiore di narciso in nascita. Tutt’oggi, questo bellissimo fiore dalla forma particolare, con i petali esterni di colore chiaro e la corona interna gialla, simboleggia la vanità personale e l’autocompiacimento.
Il fiore è stato spesso raffigurato anche nell'iconografia cristiana. Molto noto e attestato sui testi sacri è, comunque, il simbolismo del giglio, che indica la purezza, la castità, così come rappresenta la morte e la risurrezione di Cristo durante la Pasqua, oltre ad essere uno dei simboli associati all’Arcangelo Gabriele e a diversi altri Santi. Al di là di questo, è il colore bianco del fiore di per sé che rappresenta l’innocenza, al di là che si tratti di un garofano, di una rosa bianca, di una margherita, o altro. La rosa rossa, invece, anche per via della sua tonalità, rappresenta il sangue di un martire, ma anche l'amore terreno. Quest’ultimo significato è rimasto tuttora come ricorrente e condiviso praticamente in tutto il mondo: si regala all’amata la varietà a gambo lungo in soluzione solitaria, ma il fascio di una dozzina testimonia un sentimento ancora più appassionato.
Un famoso caso di adozione simbolica di fiore avvenne in Inghilterra: la guerra dei Trent’anni (1455-1485) scoppiata per motivi dinastici tra il Casato di Lancaster e quello di York venne in seguito denominata ‘Guerra delle rose’ in riferimento agli stemmi delle due famiglie che rappresentavano rispettivamente l’immagine di una rosa rossa e di una bianca. Dopo la vittoria, Enrico VII Tudor fuse i due emblemi in segno di pace.
Nell’Ottocento, per motivi storico-culturali, gli inglesi furono costretti a diventare degli abili conoscitori e a seguire sistematicamente il linguaggio simbolico dei fiori per esprimersi pensieri ed emozioni, tanto è vero che vennero scritti e pubblicati anche i primi manuali per insegnare come scegliere il fiore più adatto in ogni occasione più particolare. Il rigido protocollo comportamentale imposto durante il periodo vittoriano non permetteva, infatti, alcun tipo di manifestazione affettiva e sentimentale esplicita in pubblico tra uomini e donne. Strategici messaggi segreti erano quindi affidati a mazzolini di fiori scelti con cura meticolosa, raccolti in un centrino di pizzo e legati con un nastro, per essere regalati e ricambiati. Al di là delle scelte del colore e della varietà, anche il galateo floreale era molto complesso, come spiegò John Ingram, nel trattato 'Symbolica Flora' (1869). Nel linguaggio simbolico dei fiori rientra anche il significato particolare attribuito alla modalità di consegna e di presentazione. Un fiore presentato disposto in posizione verticale trasmette il pensiero positivo del donatore, quello capovolto ha un significato di negazione. La stessa ambivalenza riguarda l’espressione insita nel consegnare con la mano destra, che implica una risposta affermativa, mentre il contrario corrisponde alla sinistra.