Partiamo dalle origini, presentatevi e… collocatevi geograficamente.
Mi chiamo Raphael Robatto; mio fratello Simon ed io abbiamo 17 anni (nati il 19 gennaio del 1997, a Lecco). Finita la scuola elementare in Italia ci siamo trasferiti a Tenerife. Là abbiamo frequentato per cinque anni una scuola britannica. Questa esperienza ci ha dato l’enorme opportunità di imparare l’inglese e lo spagnolo, lingue che ci aprono tante porte nel mondo. Terminata la scuola secondaria, abbiamo traslocato a Québec, in Canada, dove viviamo tutt’ora, per prepararci all’università e perfezionare il francese.
Come nasce la vostra passione per la musica e chi sono i vostri artisti di riferimento?
La mia passione per la musica è nata a Tenerife due anni fa, quando ho ricevuto in regalo un programma che mi permetteva di comporre musica di vari generi. Tale passione mi ha anche portato a iscrivermi a un corso di canto. Quanto a mio fratello, il suo interesse per la musica è cominciato anche per lui alle Canarie, dove ha iniziato a frequentare un corso di pianoforte. I miei artisti preferiti sono Skriller (per il dubstep), Blasterjaxx per EDM E Knife Party, molto conosciuti per Electro House o anche loro Dubstep e EDM. La loro musica mi ha spinto a fare quello che faccio adesso. Mio fratello tende ad andare più verso la musica latino americana o il soft rock; si basa su artisti come Felipe Santos e Cali Y EL Dandee, Yandar Y Yostin, Juan Magan per il reggeatòn, e Max Pezzali, gli 883 o i Luna Pop per la musica italiana.
Siete autodidatti o avete alle spalle della scuola specifica?
Io sono autodidatta, ho imparato da solo grazie a dei tutorial su youtube e ho “accettato” consigli di altre persone. Ho partecipato per un anno a un corso di chitarra a Tenerife e tutt’ora studio la chitarra per conto mio. Mio fratello, dopo aver seguito - nei suoi ultimi tre anni spagnoli - un corso di pianoforte, ha cominciato a comporre ciò che propone. Il suo idioma preferito è lo spagnolo, ma scrive anche canzoni in italiano, inglese e francese.
Quanto influenza la vostra musica il luogo in cui vivete?
Adesso, a Jonquière, le persone ascoltano maggiormente il rock, il country, l’heavy metal o metal. Alcune anche il pop, ma poche apprezzano il mio genere di musica, dunque in questo momento il mio lavoro non è influenzato dall’ambiente dove vivo. E’ durante la mia permanenza a Tenerife che ho sviluppato il mio gusto per questo tipo di sound.
Ho ascoltato alcuni brani e mi pare che avete intrapreso alcune strade parallele, che contemplano rap, melodia e sentimento sino ad arrivare alla musica strumentale e tecno, il tutto attraverso l’utilizzo di idiomi diversi: qual è in realtà il genere che preferite?
Il genere che ascolto è la musica elettronica, di ogni tipo. Quella melodica, cantata e rilassante, e quella più distorta e senza voci. Non c’è uno stile che non mi piaccia. Quello che preferisco è il “Melbourne Underground”, modello abbastanza recente, mentre Simon preferisce il reggaeton, una filosofia musicale scoperta a Tenerife.
Chi si occupa della realizzazione dei vostri video clip?
Simon ed io realizziamo i nostri video con l’attrezzatura che abbiamo a disposizione, con l’unica eccezione del video di “Wake Up”. In effetti questo clip è stato realizzato da nostra sorella che sta studiando in una scuola di cinema a Milano. Lei ha filmato e montato il video e faceva anche parte della regia. Altri video, come “Olvidare” o “Nuestra Historia d’Amor” sono stati ripresi e montati da noi con iMove. Speriamo in futuro di lavorare con professionisti nel campo del cinema, per poter ottenere dei filmati migliori dal punto di vista tecnico ed estetico dell’inquadratura.
Vi siete mai proposti dal vivo?
Ho partecipato a qualche spettacolo d fine anno del mio corso di canto, a Tenerife, e ho anche cantato durante un concerto di pianoforte di Simon. Però non ho avuto ancora l’opportunità di suonare la mia musica dal vivo.
Avete degli esempi italiani che apprezzate particolarmente?
Gli artisti italiani che più amiamo sono: Max Pezzali, Giorgio Gaber, Fabrizio De Andrè, Caparezza, Francesco De Gregori, Sergio Cammariere e Riccardo Cocciante. Che cosa fate nella vita oltre che dedicarvi alla musica e allo studio, ammesso che avanzi del tempo?
Ci piace molto viaggiare ed esplorare nuove culture. Abbiamo studiato teatro per cinque anni e anche partecipato a diverse recite teatrali. In aggiunta abbiamo frequentato per due anni un corso d’arte. Pratichiamo molti sport, come muay-thai, jiu-jitsu brasiliano, MMA e sub.
Provate ad esprime un desiderio… che cosa vorreste realizzare nel vostro futuro prossimo, in campo musicale?
Il mio obiettivo ravvicinato è quello di avere l’opportunità di proporre la mia musica al pubblico, ma soprattutto a gente esperta in questo campo. Ciò mi permetterebbe di ricevere critiche e riscontri sul mio lavoro, in modo da poter ampliare le mie conoscenze e perfezionare le mie composizioni.