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Simona Sessa: «Il primo PinUp store è il mio: mi è stato sottratto il marchio» dal Corriere del Mezzogiorno

Creato il 10 giugno 2010 da Sophielamour

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Replica alla titolare del negozio salernitano «Scandalo»: «Il mio showroom è nato ad Ancona»

SALERNO - Nel raccontare al Corriere del Mezzogiorno come è nato il suo PinUp store, la titolare di «Scandalo» Antonella Quaranta aveva auspicato la «collaborazione di Simona Sessa», da lei definita «docente di seduzione e femminilità», e aveva precisato che la stessa era stata «ispiratrice per il mio negozio e anche testimonial di alcune linee che propongo». Ma l'interessata, con una nota inviata via mail alla redazione, smentisce l'esistenza di questa collaborazione, e contesta anche il fatto stesso che la boutique della Quaranta sia la prima del genere: «Tre anni fa ho creato il primo Pin Up Store d'Italia con il sito www.womanshop.it e lo showroom ad Ancona. Ho una clientela vasta e vendo al pubblico e ai rivenditori, in tutta Italia, oltre che all'estero».
Ma com'è nato allora l'equivoco? «La signora Quaranta era una mia nuova rivenditrice ed una volta sola ha acquistato i prodotti dicendomi che li avrebbe rivenduti nel suo negozio di Salerno. Mi prospettò la sua volontà di diventare esclusivista per la città del mio brand e dei miei prodotti "Femmina Pin Up" oltre che l'interesse di creare un PinUp Store in affiliazione con il mio negozio di Ancona. Le risposi che ne avremmo parlato, ma non l'ho più rivista. Solo leggendo del suo negozio sul vostro sito ho scoperto che il suo progetto era andato avanti». La Sessa, giornalista e scrittrice, è amareggiata e si sente espropriata del suo originale progetto: «Il nome Pin Up Store è un mio marchio registrato, ma la signora ha fatto credere di avere avuto lei l'idea: ma non è così perché il progetto Pin Up Store è regolarmente protetto e l'ho ideato io con la mia associazione culturale per combattere anoressia, bulimia e disturbi alimentari come dimostra anche il sito www.pinupdel2000.com».


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