L’approfondimento, anche successivo, delle schede che compongono tale provvedimento, hanno evidenziato, invece, una presa di distanza da parte dei vertici del Dipartimento della P.S. dalle esigenze di chiarezza e tutela rivendicate dai Poliziotti e da queste OO.SS., rilevandosi invero, il citato provvedimento, come un’insieme di affermazioni apodittiche, che ribadiscono esclusivamente cosa è già previsto dal TULPS, dal codice penale e quello di procedura penale, senza alcuna indicazione su come affrontare e risolvere le criticità che quotidianamente noi Poliziotti siamo costretti ad affrontare per effetto della imponderabilità del servizio che svolgiamo.
Questa è l’amara constatazione che emerge dalla lettura della bozza delle “istruzioni operative” che sono state presentate dal Dipartimento dopo oltre un anno di lavoro. Non solo: altro aspetto di assoluto rilievo e che vede la nostra ferma contrarietà, motivata non da una chiusura aprioristica e corporativa alle regole di rinnovata trasparenza ma all’evidente fatto che la bozza di lavoro è stata predisposta sulla base normativa del regolamento di servizio e ad integrazione dello stesso. Evidente che questo tipo di cultura denota la chiara volontà del Dipartimento di avere più strumenti per punire i poliziotti e per autoassolversi rispetto ad eventuali criticità connesse alle richieste risarcitorie avanzate all’Amministrazione in sede civile.
L’insieme delle proposte che si vogliono emettere, sembrano elaborate da chi, molto probabilmente, non ha mai effettuato un solo giorno di servizio in strada o, nella migliore delle ipotesi, lo ha fatto decenni fa per cui ragiona solo su labili ricordi lontani dalla realtà attuale. Non si possono pretendere solo ulteriori obblighi per i poliziotti, elencandoli genericamente, in maniera confusa e senza alcuna utilità per chi quotidianamente opera in ogni angolo del Paese per combattere il crimine e garantire la sicurezza e l’ordine pubblico. La finalità esclusiva sembra quella di dover garantire l’Amministrazione qualora ci sia l’errore, e quindi l’unico che dovrà risponderne, sebbene la condotta sia stata obbligata per dovere e/o per eseguire un ordine, sarà il singolo poliziotto.
Prova ne sono le fantasticherie proposte in merito alle modalità del servizio di ordine pubblico o per l’ammanettamento di una persona che si rifiuta di essere sottoposta a tale trattamento o che va in escandescenze, essendo sotto l’effetto di alcol o droghe. L’unica indicazione proposta è quella del dialogo e del convincimento, senza alcuna soluzione pratica su come fare qualora il soggetto non vuole collaborare o non intende sottostare alla restrizione, pur ribadendo, però, l’obbligo che l’ammanettamento deve essere eseguito.
Unica nota positiva, in tutta la proposta presentata è la sperimentazione anche per le volanti delle videocamere e degli spry al peperoncino e quella per i servizi di O.P. che prevede lo stesso impiego degli spry e delle telecamere, degli idranti o schiumogeni a base urticante oltre la fascia di sicurezza per evitare lo scontro fisico con i manifestanti.
Tralasciamo ogni considerazione sulle definizioni di come si utilizzano le armi non letali quali il manganello.
Per questi motivi, anche alla luce di quanto accaduto a Brescia, Massa Carrara ed a Napoli, dove i poliziotti e gli altri Appartenenti alle Forze dell’Ordine sono stati oggetto di aggressione dei soliti professionisti del disordine poiché è stato impartito l’ordine di non reagire a qualsiasi costo e di rimanere passivamente fermi, riteniamo di dover respingere al mittente la proposta elaborata dal Dipartimento della P.S..
Manca completamente la strategia di fondo e la filosofia giusta che serve per elaborare un simile prontuario. I protocolli operativi, a giudizio delle scriventi OO.SS., possono e devono disciplinare l’organizzazione dei servizi e l’attività operativa e non solo il comportamento dei singoli Operatori che sono sottoposti già alle prescrizioni delle leggi penali ed amministrative oltre che dei regolamenti.
La bozza che è stata presentata in modo molto maldestro senza tenere conto delle esperienze sinora maturate su strada, cerca solo di delineare i comportamenti dei singoli, in aggiunta a quelli previsti dal regolamento di servizio e dalle leggi penali ed amministrative cui i poliziotti sono sottoposti nell’esercizio delle loro funzioni, ed è chiaro che viene fatto con il solo fine di “ASSOLVERE”, in caso di richiesta di risarcimento del danno o di eventuali responsabilità per le modalità con cui i servizi sono stati organizzati, la responsabilità di un’Amministrazione sempre più distante dalla base e dai problemi reali che si incontrano nella quotidianità.
Prova ne è il fatto che non viene prevista alcuna indicazione per rendere visibili i responsabili del servizio di O.P., al sol fine di deresponsabilizzare l’Amministrazione in caso di richieste di risarcimento danni, qualora gli stessi siano costretti ad ordinare la carica senza rispettare i prescritti obblighi normativi.
Per questi motivazioni, riteniamo di dover respingere la proposta presentata, che dovrà subire sostanziali modifiche.
L’impegno di queste OO.SS. sarà rivolto ad ottenere un testo, che riteniamo comunque necessario a garanzia per i cittadini ed i Poliziotti in ogni attività o frangente lavorativo; puntualizziamo che troviamo incomprensibile ed inaccettabile l’assenza di proposte normative in tema di tutela legale ed assicurativa, ma anche di rinnovamento ed impulso alla formazione costante degli Operatori di Polizia.
Non possiamo e non vogliamo consentire che gli Operatori di Polizia possano essere sovraesposti, perché equivarrebbe a calpestare il processo democratico e la sindacalizzazione del personale, quest’ultimo elemento e garanzia di trasparenza al servizio del Paese e dei cittadini, costruita grazie ai sacrifici di migliaia e migliaia di Poliziotti che hanno duramente lottato per questo.
Roma 7 novembre 2014
SIULP
(Romano)
SIAP
(Tiani)
SILP CGIL
(Tissone)
UGL-Polizia di Stato
(Mazzetti)
COISP
(Maccari)
CONSAP
(Innocenzi)
UIL Polizia-Anip
(Cosi)