Sindacato Usa lancia una campagna per compensi equi a blogger e freelance online

Creato il 09 giugno 2012 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Redazione LSDI. Si chiama ”Pay the Writer!” (Pagare i collaboratori!) la campagna lanciata dalla National Writer’s Union (NWU), il sindacato degli autori che collaborano con le testate di informazione, per assicurare a blogger indipendenti, giornalisti e scrittori il compenso per il loro lavoro.

Il presidente del sindacato, Larry Goldbetter, ha spiegato a Ijnet (il sito web a cui fa capo una rete internazionale di giornalisti) che la campagna sta andando bene, anche se si tratta di una battaglia complessa. Il sindacato offre un servizio di consulenza e sta reclutando nuovi soci. E l’ azione di boicottaggio dell’ Huffington Post ha aiutato a tenere alta l’ attenzione sulla questione.

Un problema è che, diversamente dalle tradizionali campagne dell’ organizzazione, non esistono in questo caso dei luoghi specifici dove fare propaganda o incontrare i lavoratori interessati.

”Il giornalismo – spiega Goldbetter nell’ intervista – sta vivendo questo mutamento radicale dalla stampa al digitale e gli editori hanno il coltello dalla parte del manico. Siamo un piccolo sindacato ma con un forza lavoro sterminata che sta assistendo al collasso della sua capacità di guadagnarsi da vivere col suo lavoro’’.

Ijnet – Ma che programma avete in mente per garantire un salario degno per i lavoratori indipendenti online?

LG – In estrema sintesi: l’ organizzazione. L’ unico modo che i giornalisti e gli scrittori indipendenti hanno per far sentire la propria voce è dar vita a un sindacato forte, molto più grande di quello che siamo ora. E l’ unico modo per mettere a punto un piano più articolato è quello di condividere le esperienze, le conoscenze e i saperi di migliaia di scrittori.

Le nuove tecnologie editoriali hanno reso molto più facile scrivere ed essere pubblicati, ma nello stesso tempo rendono sempre più difficile guadagnarsi la vita. Ma questo non significa che lì non ci siano soldi. Pensate ad Arianna Huffington, ad esempio, che guadagna 4 milioni di dollari l’ anno ad AOL. E proprio AOL ha registrato un forte aumento dei ricavi pubblicitari nel primo trimestre di quest’ anno, ma continua a tagliare i compensi dei collaboratori.

Ijnet – E il problema di chi scrive volontariamente, nel tempo libero? Rappresenta un pericolo per la fissazione di criteri standard nel settore?

LG – Sì e no. Lo è se si comincia a pensare che, siccome alcuni vogliono scrivere nel tempo libero, gratuitamente, come hobby, tutti gli altri possono non essere pagati. Ma è per questo che ci concentriamo sui giornalisti professionali e su chi aspira a diventarlo. E’ il giornalismo digitale al centro della nostra battaglia. E il nostro obbiettivo è ottenere delle norme che salvaguardino il giornalismo professionale nei siti a fini di lucro, come l’ Huffington Post.

Featured image, il mercato degli schiavi di Gustave Boulanger (1824–1888).