Sinister

Creato il 22 dicembre 2012 da Misterjamesford
Regia: Scott DerricksonOrigine: USAAnno: 2012Durata: 110'
La trama (con parole mie): Ellison Oswalt è uno scrittore di romanzi catalogati come "true crime", ovvero indagini su crimini ancora aperti o irrisolti svolte dallo stesso autore e rese best sellers di successo. I tempi della sua ultima, vera, scalata alle classifiche, però, sono ormai distanti dieci anni, ed Oswalt comincia a sentirsi alle strette, e più che l'aspetto economico o il benessere di sua moglie o dei figli, avverte la morsa della mancanza del brivido che solo il successo può dare.Decide così di dedicarsi al misterioso caso di una famiglia trovata impiccata ad un albero: un massacro che pare aver risparmiato la piccola Stephanie, che risulta ancora scomparsa.Lo scrittore, all'insaputa della compagna, acquista proprio la casa nel cortile della quale avvennero i fatti, che già dai primi giorni del trasloco pare avere un'influenza negativa non soltanto su di lui, ma anche sui suoi due bambini: a complicare le cose si mette il ritrovamento da parte dell'uomo di una misteriosa scatola in soffitta che contiene filmini amatoriali riferiti agli omicidi di cinque famiglie a partire dal 1966, che indicano per ogni scena del crimine la scomparsa di un bambino e la presenza sui luoghi dei delitti di uno strano simbolo e di un personaggio altrettanto inquietante.

Sinister è giunto praticamente per caso nell'hard disk sempre zeppo di titoli di casa Ford, pescato a caso nel grande mare dei film sottotitolati ancora senza una data di uscita italiana: pensare ad Ethan Hawke - uno dei sex symbol alternativi degli anni novanta - nel pieno di un horror diretto dal regista dei ben poco memorabili The exorcism of Emily Rose e Ultimatum alla Terra - pessimo remake dell'omonimo Classico di fantascienza - non mi faceva presagire nulla di buono se non una cascata di bottigliate pronte a colpire.E invece salta fuori che non solo Sinister funziona, inquieta e spaventa come un film di questo genere dovrebbe sempre fare, ma riesce addirittura a non traballare troppo dal punto di vista della logica e portare a casa un risultato assolutamente insperato date le carte che potevo supporre avesse da giocarsi.Non c'è nulla di troppo nuovo, nella sceneggiatura tra l'altro firmata anche dal regista, dagli ormai classici bambini spaventosi fino agli omaggi a pietre miliari dell'horror come Shining e L'esorcista con una strizzata d'occhio a cose più recenti come Il sesto senso, senza contare i riferimenti a Stephen King - l'autore letterario horror per eccellenza, citato non solo in qualche modo grazie alla professione del protagonista, ma dal protagonista stesso con il suo riferimento a Cujo -, eppure gli ingranaggi girano neanche fossero stati appena oliati, Ethan Hawke sfodera un'ottima interpretazione - che permette al regista di costruire praticamente l'intera pellicola su di lui, da solo in scena per la quasi totalità del tempo -, non mancano i momenti da salto sul divano e tutto il disegno non crolla neppure quando avviene, di fatto, il passaggio tra realtà e sovrannaturale.Quello che, infatti, parte come un'indagine - tra l'altro molto inquietante - su una serie di omicidi terrificanti che ricordano quelli del Dragone rosso in Manhunter - pellicola memorabile firmata Michael Mann, sorella maggiore di quello che sarebbe stato Il silenzio degli innocenti - e portano una firma che fa tornare alla mente L'occhio che uccide - l'utilizzo del super 8 a testimonianza degli omicidi -, riesce appena ad indurre nel pubblico l'ipotesi che dietro le mattanze sulle quali indaga Oswalt si celi un serial killer - o una setta - prima di cambiare completamente strada avventurandosi sul sentiero oltre i confini del mondo come noi lo conosciamo, pratica normalmente molto rischiosa per ogni horror che voglia mantenere almeno una parvenza di dignità cinematografica.Io per primo ammetto di avere storto il naso di fronte all'evidenza di una scelta che, quasi a metà pellicola, ribaltava di fatto il punto di vista rischiando di mandare tutto a monte, compreso il buon carico di tensione accumulato fino a quel momento: invece - e va dato tutto il merito a Derrickson - lo stile di ripresa e l'evolversi della vicenda, pur non risultando rivoluzionari riescono a catturare praticamente da zero per la seconda volta l'attenzione dello spettatore portando in scena un racconto per nulla scontato, dal climax insolito per il genere - davvero ottimo il finale, uno dei migliori degli ultimi anni di horror - e rappresentato da un "uomo nero" da fare invidia al Carpenter dei giorni migliori, un demone legato alla Storia antica che "seduce" dalla prima apparizione per "look" ed apparenza - una sorta di incrocio tra il trucco dei Misfits e le maschere degli Slipknot, dunque una porta aperta che non c'era affatto bisogno di sfondare, con il sottoscritto, per prendere punti - e chiude alla grandissima un crescendo decisamente ben riuscito.Contribuisce al buon risultato finale anche la colonna sonora - anche se sarebbe più il caso di parlare di effetti -, creepy e disturbante come non mi capitava di sentirne da tempo, ed un'atmosfera in grado di rendere la consueta casa infestata o pseudo tale nel teatro per l'incontro tra una realtà inquietante ed un incubo pronto a realizzarsi nella sua interezza, e che non lascerà nulla e nessuno libero di sperare di avere scampo.Senza dubbio, dunque, ed assolutamente a sorpresa, una delle migliori proposte del genere non solo di questo 2012 ormai giunto alla conclusione, ma addirittura delle ultime stagioni cinematografiche: in un momento di gravissima crisi dell'horror, roba come questa dobbiamo tenercela stretta e non mollarla neanche per scherzo.Anche se dovesse tramutare in un vero incubo la già abbastanza inquietante realtà.
MrFord
"We have made the present obsolete
what do you want? What do you need?
We'll find a way
When all hope is gone."Slipknot - "All hope is gone" -


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