L’attenzione mediatica su Sinner si è riaccesa con il caso della Drag Queen Conchita Wurst, vincitrice a sorpresa degli “Eurovision Song Contest 2014” con il brano Rise like a Phoenix. Senza voler rintracciare a tutti i costi un talento particolare nella figura di Sinner (certo non è il classico cantautore), e pur riconoscendogli l’estro e la bravura, diciamo subito che la sua singolarità risiede soprattutto in quella beata, compiaciuta, disinvolta e militante frociaggine (usiamo il termine nella sua accezione più briosa e positiva) che, dietro l’apparente frivolezza fine a se stessa, rivela e urla un preciso messaggio sociale e politico: una scheccata salverà il mondo! (e ci sarebbe da scommetterci). Nella sua intrigante iper-gayezza più che macchiettistica, a tratti quasi fumettistica, il performer è fin troppo barocco ed esplicito, tanto da essersi guadagnato meritatamente l’appellativo, molto impegnativo, di “Lady Gago”. La composita iconografia di Sinner è uno shake che spazia dai damerini patinati di Pierre et Gilles ai leather-tender-bear di Tom of Finland, con richiami a James Bidgood e a Querelle de Brest: di tutto un po’ insomma, ma sempre in ossequio alle coordinate del raimbow-power; tuttavia, senza scomodare troppo i padri fondatori del “Pink Think”, potremmo più semplicemente ricondurre Sinner a quell’estetica del gaio indomito compresa tra le uniformi attillate dei Village People e gli short di lurex di Jake Shears (frontman degli Scissor Sister).
Nel brano I’m a sinner (tratto dall’album MDNA) Madonna canta: «I’m a sinner, I’m a sinner, I like it that way…» Ecco, la poetica del nostro eccentrico e poliedrico Sinner sembra sintetizzata in questo jingle. In Sinner, come nell’epigono Osvaldo Supino, non c’è nessuna pretesa autorale, sebbene il talento non manchi affatto, ma solo una sana variopinta e liberatoria queer-kermesse a suon di borchie, lustrini, piercing, frustini, guepiere, latex, baffetti (ce li stavamo dimenticando!)… e tanto, tanto make-up!
Lillo Portera
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Cover Amedit n° 19 – Giugno 2014, “Barbatrucco” by Iano
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