“Sintesi 59″: omaggio di Armando Testa a Torino

Creato il 28 ottobre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Torino ha una nuova opera d’arte. “Sintesi 59″ è la scultura realizzata da Armando Testa, padre della pubblicità italiana, donata alla città dalla famiglia e dallo Studio Testa. L’installazione è sita davanti alla storica stazione ferroviaria di Porta Susa.

Torino rende omaggio ad Armando Testa, padre della pubblicità italiana, con la sua scultura “Sintesi 59“, dono della famiglia e dello Studio Testa alla città. L’opera, in acciaio nero e con diverse sfumature di rosso, è una grande palla sospesa su una mezza sfera, con un diametro di 4 metri e di circa 5 metri di altezza. L’installazione, nota al grande pubblico per essere stata l’immagine del liquore Punt e Mes, è  sita davanti alla storica stazione di Porta Susa. La location della scultura non è casuale: in piazza XVIII Dicembre, nello spartitraffico centrale, sarà una delle opere più viste di Torino, non solo dai suoi abitanti, ma anche dalle milioni di persone, turisti compresi, che popolano ogni mattina lo scalo ferroviario e la stazione della metropolitana. L’architetto Benedetto Camerana si è occupato di trasformare quest’opera pittorica in scultura:

«Dopo la ricerca della location, terminata con la scelta di un luogo prestigioso per la città, abbiamo deciso le dimensioni dell’opera, alta circa 5 metri. Quindi abbiamo scelto il materiale, l’acciaio, quello più giusto per rappresentare l’epoca in cui il lavoro è stato concepito. L’acciaio è stato verniciato di nero, in modo da riflettere l’ambiente circostante».

Alla presentazione del 27 ottobre hanno partecipato Marco Testa, alla guida del gruppo e figlio del fondatore dell’agenzia, il sindaco di Torino Piero Fassino e l’architetto Benedetto Camerana. Marco Testa ha commentato:

«Sono contento che il sindaco ci abbia concesso questo onore e questa location dove l’opera può essere ammirata da tutti e spero che ai torinesi piaccia la storia di un uomo che si definiva “povero ma moderno”. Sono fiero di questo evento: non immaginavo che un’immagine pubblicitaria potesse diventare un’opera d’arte. Ci sono tanti lavori di mio padre che sono stati esposti in tutto il mondo ma questo per noi è nuovo. Penso che lui, che sapeva che per comunicare con le persone bisogna parlare la loro lingua, avrebbe commentato: “Non è possibile”».

S.C.

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