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Sipario: Poirot ci lascia dopo l'ultimo avversario

Creato il 12 luglio 2014 da Dejavu
Sipario: Poirot ci lascia dopo l'ultimo avversario E giunse il giorno in cui Poirot si congedò. 

Rete 4, tra un avviso della capitaneria di porto e un materasso proposto da Cesare Cadeo, ha da poco trasmesso l'ultimo episodio della serie centrata sulla famosissima creatura della Christie lasciando un vuoto anche nel nostro Paese.  Ora l'emittente ha ripreso a replicare le puntate più antiche, come in ricorso storico, alleviando un po' il senso di distacco che la morte di Hercule non poteva che lasciare.  La calata del sipario è stata sobria, fedele al romanzo e allo stile della Christie. Nessun pomposo funerale. Nessuna sfilata delle autorità. Tutto è avvenuto in maniera quasi confidenziale, nell'inossidabile rapporto a due con l'immancabile Hastings attraverso il quale Poirot risolve l'ultimo caso della sua vita.  E come in un cerchio che chiude se stesso, per stanare il suo ultimo assassino Hercule torna dove tutto ebbe inizio: Styles Court. 

Sipario: Poirot ci lascia dopo l'ultimo avversario La casa dove fu perpetrato l'omicidio di Emily Inglethorp non è più com'era un tempo. Al posto di quel maniero nell'Essex inglsese ora c'è la pensione che il colonnello Lutrell e la bisbetica moglie mandano avanti a fatica e nella speranza di riprendersi da un dissesto finanziario.  Lì tra gli altri ospiti c'è anche Judith, figlia di Hastings, giunta a Stules al seguito del dottor Franklin con il quale condivide una ricerca scientifica ed un rapporto che va ben oltre quello semplicemente professionale. Sipario: Poirot ci lascia dopo l'ultimo avversarioPoirot, provato dalla vecchiaia e ormai costretto su di una carrozzella, invita l'amico Hastings a raggiungerlo utilizzando la presenza di Judith come amo per farlo abboccare. Tuttavia, quando il capitano giunge alla pensione resta colpito per le condizioni fisiche nelle quali l'amico gli si presenta alla vista. La sorpresa si tramuta ben presto in turbamento quando l'investigatore gli rivela che in casa alloggia un assassino del quale conosce l'identità che però per una serie di motivi decide di tenere per sé. Hastings viene pertanto incaricato di essere occhi ed orecchie nell'indagine che sta per cominciare. Il cervello, nemmeno a dirlo, ce lo metterà Poirot.  Dapprima dubbioso che il detective goda ancora delle facoltà intellettive d'un tempo, Hastings è costretto a ricredersi quando comincia ad avvertire la strana aria che tira a Styles e che non può certo addebitarsi al ricordo della violenta uccisione della signora Inglethorp, il primo grande mistero risolto da Poirot.

La signora Luttrell, padrona della pensione, maltratta ed umilia il marito davanti a tutti in modo talmente insopportabile da beccarsi qualche giorno dopo una fucilata che per poco non la fa secca. Il colpo è partito sicuramente dal fucile del marito bistrattato, poiché tutti l'hanno visto sparare verso di lei. Eppure è quasi una certezza assoluta il fatto che lui volesse prendere un animale.  Judith, la figlia di Hastings, inizia a sproloquiare sulla necessità di liberare il mondo dalle persone che conducono esistenze inutili. E questo è un chiaro riferimento a Barbara Franklin, malata immaginaria e moglie del dottor Franklin. Il capitano Hastings lo sa e rabbrividisce all'idea che sua figlia possa essere quel famoso signor X di cui gli parla continuamente Poirot e che va il prima possibile fermato. Le sue proteste con l'investigatore per conoscere in anticipo le fattezze dell'assassino non servono a nulla mentre matura anche in lui il proposito di eliminare qualcuno.  Il capitano Hastings un assassino? Incredibile solo a pensarsi. Eppure quel tale, il signor Allerton, che seduce e poi rovina le donne pare essersi messo a fare il filo proprio a sua figlia e sembra quasi essere riuscito a farla cedere. Hastings è sull'orlo della follia, non regge all'istinto e premedita di eliminare quel pericoloso ammaliatore avvelenandolo. C'è dunque qualcuno, quel misterioso signor X, quel fastidioso signor X che riesce ad alzare la temperatura negli animi servendosi delle conversazioni e strumentalizzandole.  Lo ha fatto in passato bel altre cinque volte, in altri cinque luoghi. Un dossier di Poirot lo dimostra.  E' un classico caso penale di autoria mediata, di istigazione a delinquere, di chi si serve della mano altrui per ottenere il risultato. Poirot lo sa ma stavolta i termini sono a rovescio. Paradossalmente Hastings non dovrà capire chi è l'assassino ma individuare la sua potenziale vittima. Solo così la mano invisibile che tira le fila di questo teatrino delittuoso potrà essere bloccata prima che tiri in modo irreversibile le fila dei suoi burattini.

Sipario: Poirot ci lascia dopo l'ultimo avversario

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Sipario: Poirot ci lascia dopo l'ultimo avversario

Sipario: Poirot ci lascia dopo l'ultimo avversario
Styles non è più la stessa magione di un tempo ma nemmeno la Christie era più la stessa quando uccise Poirot. La perfezione narrativa e concettuale di Curtain, suo ultimo appuntamento con Hercule, riesce ad esercitare un'incredibile magnetismo con una semplicità ormai tagliente. Qui nulla vi è di quella complessità eccessiva, di quella macchinazione un po' pesante grazie alla quale il suo detective esordì nel 1920 con la sua prima investigazione. La linea è netta, i personaggi vivono quasi respirando oltre la carta, l'idea di fondo è da brevetto tanto è geniale: Agatha in una parola è cresciuta, e tanto.  In un libricino di appena 150 grammi c'è la soluzione di un caso unico nel suo genere, il calvario di un personaggio che ormai si avvicina alla fine del suo tempo e la sua dipartita. Così, semplice lineare e diretto. Ora il sipario può scendere. Poirot può lasciare il palco e appendere i suoi baffi al chiodo. Il chiodo di una carriera. E siamo certi che Hastings non patirà la solitudine per troppo tempo. L'immortalità del suo migliore amico sarà lì, a fargli compagnia. Per sempre.  (Sigh!)


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