Siracusa: Giovanna Raiti esclusa durante la visita di Renzi alla scuola intitolata al fratello ucciso

Creato il 05 marzo 2014 da Giornalesiracusa

News Siracusa: è stata fatta accomodare fuori. Un fuoriprogramma spiacevole. Protagonista è Giovanna Raiti, dirigente di Libera, a Siracusa, sorella del carabiniere Salvatore Raiti, siracusano, ucciso a soli 19 anni il 16 giugno 1982 a Palermo nella “strage della circonvallazione” dal gruppo di fuoco di Nitto Santapaola, che aveva come obiettivo fare fuori il boss rivale Alfio Ferlito trasferito da Enna al penitenziario di Trapani. In quell’agguato perse la vita Raiti che fu insignito della Medaglia d’oro al valor civile alla memoria. A lui è dedicata la scuola che il presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, ha visitato a Siracusa.

Giovanna di quella scuola è stata la “madrina”. Ebbene, dopo essere stata invitata per la visita, a rappresentare non solo la memoria del fratello ma un po’ tutti i familiari delle vittime di mafia, l’invito è stato ritirato: per “gli estranei alla scuola” non c’era posto e il cerimoniale non l’avrebbe permesso. Mi dispiace, non c’è cerimoniale che tenga (… ma poi basta guardare le immagini per rendersi conto che non c’erano solo insegnanti e dirigente della scuola), Giovanna, come tanti cittadini che ogni giorno difendono questo Paese e si battono per la legalità, non può essere definita “una estranea” in un luogo dove la formazione dei ragazzi e delle future generazioni passa anche attraverso il lavoro volontario di gente come lei e come tanti di Libera e di altre associazioni. Ma in questo caso, poi, in occasione della visita del primo ministro italiano, quindi dello Stato, in quella scuola che Giovanna ha tenuto a battesimo nel giorno della titolazione al fratello, anche in un angolino si doveva trovare spazio per lei e per quello che rappresenta: la luce della speranza di una Sicilia senza la mafia e la corruzione. Ma ahimè, così non è stato, nessuno ha avuto questa sensibilità neanche le istituzioni locali.

Pubblichiamo la lettera integrale inviataci dalla sorella di Salvatore Raiti, carabiniere ucciso a Palermo nel 1982, prima invitata e poi esclusa dal cerimoniere del Presidente del Consiglio

RENZI V/S RAITI

“Caro XXXXXX appena l’altro ieri ricevo un invito da parte della scuola Salvatore Raiti , intitolata a mio fratello a prendere parte , come madrina all’incontro che la scuola avrebbe avuto con il Presidente Del Consiglio Matteo Renzi … Ti dico la verità i pochi che mi conoscono sanno che a me certe cose mi imbarazzano ed infatti ho dimostrato questo imbarazzo alla mia interlocutrice , ma vista l’insistenza dell’insegnante , che parlava a nome della dirigente ho dovuto, mio malgrado, accettare l’invito. Ieri , in tarda serata mi giunge un messaggio ,al cellulare, della stessa insegnante che mi aveva esteso l’invito anche a nome della dirigente del Salvatore Raiti….”Cara , sn mortificata ma il cerimoniere del ministro non ci ha dato la possibilita’ di inserire persone esterne alla scuola ecc ecc ecc ” ……….

Veniamo a stamattina , ero davvero tentata di presentarmi alla scuola che porta il mio cognome e poi avrei voluto vedere chi e con quale autorità avrebbero potuto cacciarmi via. Non l’ho fatto, sai perché” ? Per la grande mortificazione e per la distrazione che ancora una volta le istituzioni hanno avuto nei confronti dei familiari vittima di mafia . Ho letto tutti i titoli dei giornali che parlano degli interventi di Renzi e proprio ai bambini ha parlato di “futuro” ….

Come si può costruire il futuro senza tener conto del passato? Un passato in cui le connivenze mafiose , all’interno delle istruzione hanno pesato come macigni sulle spalle dei cittadini, un passato fatto di omicidi efferati dove la Sicilia , in particolare ha avuto le sue più grandi perdite ….. Come può parlare di futuro , se in quella scuola , che gli è servita da vetrina, ha impedito ad un familiare, vittima di mafia di partecipare come ospite. Ma sai cosa c’è ? dietro un familiare vittima di mafia c’è un lutto, c’è o non può esserci una medaglia d’oro ma c’è sempre una persona che si è spesa e spenta per la patria . (Al governo invece spendono e basta) poi riflettendo ho anche considerato che un ragazzotto che muore a 19 anni non ha lo stesso peso e valore di un magistrato e se quella scuola si fosse chiamata Borsellino? Falcone? avrebbero impedito ai famigliari di farne accesso ? ahahhaah non credo ..Sai che c’è , caro XXXXXXXX , che un familiare vittima di mafia ,non smette mai di sentirsi vittima fino a quando “qualcuno” non gli batte le spalle e lo conforta …tutto il resto è tristezza come questa vicenda .”


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