Un cambiamento culturale, che grazie alla trasparenza di queste piattaforme sta vincendo lo scetticismo della gente e che può davvero creare maggiore concorrenza nel settore dei finanziamenti e con la possibilità per chi è alla ricerca di prestiti di ottenere tassi vantaggiosi. Parliamo di social lending perchè la startup italiana Prestiamoci, il cui marchio è detenuto e gestito dalla società Agata SpA, si sta facendo notare per la sua dinamicità e per la sua crescita.
Recentemente per Prestiamoci è stato annunciato un "exit” dal valore di 5,3 milioni di euro (circa il 25% in cash e il resto in azioni). Praticamente, Prestiamoci sarà ceduta al 100% a una società norvegese, TrustBuddy, leader worldwide nel comparto Peer-to-Peer Lending e operativa in ben 9 Paesi europei, con all’attivo oltre 300.000 utenti profilati. Tra l'altro, TrustBuddy è l’unica società di social lending al mondo, ad essere quotata in Borsa. Davvero una bella notizia per l’ecosistema delle startup italiane, che ancora una volta si rendono visibili a livello internazionale. La classica ciliegina sulla torta per Prestiamoci, una realtà che già in passato si era fatta notare a colpi di round; infatti, a Settembre 2014, aveva concluso un round di finanziamento di 450.000 euro e ancor prima a Ottobre 2013 per un aumento di capitale di 550.000 Euro.
Cifre importanti che lanciano sul palcoscenico internazionale una piattaforma innovativa e con ampi margini di migliormanento grazie alle future sinergie con TrustBuddy. In questa bella storia di innovazione e di startup italiana, c’è lo zampino di Digital Magics; il venture incubator, che investe e crea internet startup. Infatti, Digital Magics aveva partecipato alla fase di rilancio di del busienss model Prestiamoci fornendo un valido supporto a livello manageriale, organizzativo e strategico. In breve tempo Prestiamoci ha accresciuto il proprio valore ed è stata catapultata in una nuova dimensione di successo tanto da attrarre le attenzioni nordiche dei norvegesi TrustBuddy. Davvero un ottimo risultato, che echeggia nell’ecosistema delle startup italiane e che deve servire da stimolo. Le startup italiane vanno valorizzate perché possono rappresentare un punto di ripartenza e di rinnovamento per la nostra economia. Un volano da sfruttare per competere ma soprattutto per attrarre gliinvestitori internazionali.