Siria aggirata dai voli commerciali internazionali

Creato il 02 giugno 2014 da Straker

La Siria, fino a pochi anni fa, era un paese nel complesso prospero e civile dove Musulmani e Cristiani (cattolici, ortodossi e monofisiti), Arabi, Aramei (Semiti) e Curdi (Indoeuropei) convivevano pacificamente sotto la guida del presidente Asad. Asad è di fede alawita, una confessione islamica sciita, ma considerata talora eretica dalla maggioranza sunnita, poiché gli Alawiti tendono a deificare Alì, cugino e genero del Profeta, un po’ come i Cristiani nel IV secolo trasformarono Gesù in Dio. Gli Alawiti sono una confraternita esoterica il cui rispetto per i cinque pilastri dell'Islam è reputato da taluni esclusivamente formale. Alawiti (arabo Alawiyya, ﻋﻠﻮﻴـة, ossia discendenti di Alì), è termine che fu coniato dall’amministrazione francese per indicare la setta musulmana sciita dei Nuṣairī e la regione da loro abitata, fra Tripoli e Laodicea. Benché rappresentino solo il 20% della popolazione siriana, gli Alawiti hanno rivestito un ruolo di rilievo nella storia della Siria indipendente. Presenti soprattutto nella classe militare, dalle loro fila sono uscite personalità come Zaki al-Arsuki, fondatore del partito Ba’th siriano, e Hafiz al-Asad, presidente dal 1971 al 2000, nonché l'attuale presidente, Bassar Hafiz al-Asad
Le élites mondialiste, sempre pronte ad accendere focolai di guerra per perseguire i loro nefandi obiettivi di egemonia economica e politica, hanno gettato benzina sulle divisioni religiose all'interno della Siria: non è un caso se i cosidetti ribelli, in realtà mercenari, sono finanziati ed armati non solo dagli Stati Uniti, ma anche da paesi come l'Arabia saudita a maggioranza sunnita. Così la Siria è diventata il teatro di una guerra sanguinosa, in cui le carneficine, la distruzione, gli esodi dei civili sono all'ordine del giorno. Assad resiste, nonostante le feroci offensive degli "insorti" e la propaganda occidentale che lo dipinge come un demonio che avrebbe persino usato un arsenale chimico vietato dalla Convenzione di Ginevra, armi, invece, impiegate dai mercenari, come emerso da una commissione d'inchiesta internazionale. Tuttavia la Siria è ormai una bolgia dantesca, mentre l'indifferenza dell'opulento Occidente relega il conflitto nelle ultime pagine di giornali e telegiornali, dopo l'enfasi sulla "politica" interna con i battibecchi (finti) tra Renzi, Grillo, Alfano, Berlusconi e nullità simili. Il 3 giugno 2012, in occasione dell'insediamento del nuovo Parlamento siriano, Asad pronunciò un discorso in cui accusò (a ragione) i rivoltosi di essere dei terroristi, asserendo inoltre che la guerra civile è orchestrata da potenze straniere.

Non sappiamo come si svilupperà la situazione siriana: Putin sostiene Asad, ma in modo poco convinto, per ragioni di Realpolitik o di altra natura. Non dimentichiamo che nel mondo nessuno mosse un dito per difendere il presidente libico Gheddafi: la Libia, dopo il preludio di una tetra “primavera araba”, fu invasa dalla solita coalizione di guerrafondai occidentali, una masnada capeggiata da Stati Uniti e Francia con il pretesto di “esportare le democrazia”. Oggi la Libia è precipitata nel caos e nella miseria, con violenti scontri tra fazioni che si contendono il potere e le risorse.
Torniamo alla Siria: se si osservano le mappe satellitari e le schermate di Flightradar, si nota che lo stato medio-orientale è aggirato dai voli commerciali internazionali. Ciò con ogni probabilità spiega la presenza di cieli e nubi naturali. L'impiego di speciali carburanti ed additivi per i voli civili ha ridotto, invece, i nostri cieli ad una putrida coltre chimica. Ci viene spiegato che è tutto normale, mentre Renzi, il cacicco del Partito demoncratico, propone il trattamento sanitario obbligatorio per chi osa manifestare anche un timido dissenso. Evidentemente, però, la fisica dell'atmosfera è differente in Siria. Il suo territorio è evitato dalle compagnie coinvolte nella geoingegneria clandestina e così il firmamento del martoriato paese è ancora terso e solcato da bei cumuli. Piccola consolazione…
Articolo correlato: Libia Libera, 2011

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