Dopo la conquista di Palmira a maggio, l'Isis continua con le sue barbarie distruggendo anche il celebre Arco di Tiberio. Abbattuto per le incisioni che erano scolpite sopra.
Lo Stato Islamico ha distrutto l' Arco di trionfo romano di Palmira, risalente all'epoca romana, costruito circa duemila anni fa. Situato all'ingresso del celebre colonnato del sito, ed inserito lista del Patrimonio mondiale dell'Unesco, l'Arco di trionfo era un simbolo della città di Palmira. La notizia è stata data da Khaled Al Homsi su Twitter, archeologo e attivista dei diritti umani, postando una foto del monumento prima che venisse distrutto e indicando in rosso le parti che sono state danneggiate.
Secondo le fonti rivelate degli attivisti, i jihadisti avrebbero fatto saltare in aria tre archi e mantenuto le colonne. La scelta di distruggere gli archi, aggiungono le fonti, deriverebbe dalle incisioni e dai simboli presenti sugli archi stessi ritenuti blasfemi, considerando sacrilego ogni monumento pagano. La conquista del sito archeologico da parte del califfato è avvenuta lo scorso maggio, perché questo luogo è considerato da loro un simbolo dell'odio contro l'occidente.
Non è la prima volta che avvengono questi atti vandalici, infatti, dopo aver decapitato l'archeologo custode del sito, Khaled Assad il 19 agosto, lo scorso 23 agosto, l' Isis fece saltare in aria prima il tempio di Baal Shamin e poi il 30 ha colpito il tempio di Bel, il monumento icona di Palmira. Il 5 settembre è toccato alle tombe a torre di epoca romana.
Come ha affermato Ma'mun Abdelkarim, direttore generale siriano delle Antichità e dei Musei di Damasco, in una conversazione telefonica con Efe:
"Palmira potrebbe scomparire in tre o quattro mesi. E' come se ci fosse una maledizione che ha colpito questa città [...] Questa è una battaglia culturale non politica, abbiamo bisogno dell'aiuto della comunità internazionale."
L' Unesco ha dichiarato che la distruzione di queste vestigia è un crimine di guerra e che il sedicente Stato islamico sa cercando di cancellare le prove della diversità culturale nella storia siriana.
M.E.