L'informazione che ci circonda ha sempre più la forma di una merce impacchettata a nostro uso e consumo. La troviamo stampata e adagiata nelle edicole, pronta per essere "scartata" e consumata. In Tv l'immagine è ancora più passiva, non dobbiamo nemmeno faticare a scendere per la strada, al massimo due passi fino al divano per attivare lo strumento numero uno di controllo sociale. Quello che la gente percepisce è che esiste un "buono" e una serie di "cattivi" da abbattere. Chi vuole la Democrazia e chi l'oppressione. Chi uccide e chi salva vittime predestinate. Questa divisione elementare della società presente ha drammaticamente semplificato anche il modo di pensiero del cittadino e della sua classe politica. Questa banalizzazione del mondo e dei suoi meccanismi ha permesso a coloro che veramente controllano le trame del gioco, di continuare a farlo, quasi indisturbati. Dico "quasi" per le migliaia di voci indipendenti che lottano contro una immagine del mondo che ne è la sua caricatura, che non esiste, ma che è percepita come vera.
Il livello di informazione che abbiamo oggi si potrebbe equiparare ad un primo piano di un grattacielo con diversi centinaia di piani, innumerevoli stanze, corridoi nascosti, giochi di specchi. La gente deve rimanere al primo piano, il resto è troppo complicato. Chi riesce in qualche modo a scalare questa torre si informa, ma allo stesso tempo rischia anche di isolarsi da quelli incatenati al primo piano. Sono l'esercito del Sistema, gli schiavi che difendono il padrone, perchè senza di esso temono il caos, il disordine. La paura è la vera arma dei Media, da dosare a seconda degli eventi.
Sono proprio i poteri forti quelli che si ergono a pallidi paladini della nostra libertà, del nostro futuro, a minare le basi di quella stessa giustizia sociale che si professano di difendere.
L'attacco, o il quasi attacco da parte degli Stati Uniti in Siria ne è l'ennesima lampante dimostrazione. Il livello di conoscenza da "primo piano" è quello in cui la Siria sta sterminando il suo popolo, che vi è un gruppo di ribelli, oppoggiato dai paesi occidentali, che lotta per deporre il cattivo di turno. Gli USA, come protettori della giustizia globale, devono intervenire il prima possibile per salvare i civili innocenti. Titoli di coda, ringraziamenti e il film propaganda per gli storditi del "primo piano è terminato. E' tutto.
Se cerchiamo invece ulteriori livelli di conoscenza le cose non stanno proprio cosi.
Gli ingredienti sono serviti: un oleodotto che non s'ha da fare, un progetto israeliano per espandere la "terra promessa", c'è un consigliere dal passato sporco che fa da tramite tra gli USA e i ribelli, ci sono gli interessi delle solite Multinazionali della armi, forse la ragione più banale della lista.
- L'Iran, l'Iraq, la Siria ed il Libano hanno firmato un accordo nel 2011 per un gasdotto che trasporterà gas fino alle porte dell'Europa. Il giacimento si trova in una vasta area a sud dell'Iran. Il paese "del male"che diventa un fornitore di gas, con il beneplacito del suo alleato Russo? Questo ha scatenato una serie di reazioni a catena. Il Qatar aveva proposto un tragitto del gasdotto senza l'Iran, ma solo costeggiando la stessa zona a sud del paese, per poi passare da Arabia Saudita, Giordania, Siria e Turchia. Proposta bocciata da Assad, per "proteggere gli interessi del suo alleato russo", fattore scatenante di ire Saudite tramite il portavoce Bandar Bin Sultan (altra figura che esamineremo più tardi) che vede il suo sobborgo del Qatar lasciato fuori dai giochi, l'immensa Arabia Saudita privata di introiti e con una Turchia che non può dirsi certamente soddisfatta.
Ma anche Israele gioca il suo ruolo in questo complicatissimo scacchiere.
- L'enorme bolla di gas trovata al largo delle sue coste qualche anno fa rende il paese potenziale concorrente sul mercato energetico europeo. Secondo il sito "Israel National News" i quantitativi di gas coprirebbero il fabbisogno della popolazione per oltre 50 anni. Possono gli Stati Uniti lasciare insoddisfatto il suo cane da guardia mediorientale? Non deve esistere competizione quando si parla di petrolio e gas ed Israele. Sempre nel sito si legge come le stesse autorità israeliane stanno progettando un gasdotto dal mediterraneo al mar rosso, per rifornire mezzo medioriente.
Questa scoperta potrebbe accellerare il processo di espansione di Israele, un progetto vecchio almeno 60 anni e che non prevede la sola cancellazione del "campo di sterminio" palestinese.
- Si chiama "Greater Israel: The Zionist plan for the Middle East" il documento scritto dal padre fondatore del Sionismo, Theodore Herzl, in cui viene pianificata la nuova "terra promessa" dall'Egitto all'Eufrate, dalle coste del Libano fino ad un quarto dell'Arabia Saudita. Vengono annessi Iraq, Siria, Giordania, Libano e ovviamente Palestina, con una parte di Egitto e di Arabia Saudita. Creare una potenza imperiale su scala regionale, sfruttando le molteplici divisioni religiose tra i vari Stati arabi, rendendoli sempre più deboli e frammentari, fino alla loro fusione con il nuovo Israele. Si deve riformare, rimodellare il medio oriente ed i loro stati, rendendoli docili strumenti dell'impero israeliano. Le idee di questo movimento sionista sono confluite nel 1948 nel Partito Herut (in ebraico "libertà") che a sua volta è divenuto la corrente principale del Partito Likud, nel 1973. Lo stesso partito, ultranazionalista, che oggi tiene le redini del Paese, con Netanyahu. Queste idee, questi progetti, questi valori sono nelle menti (malate) di chi adesso comanda Israele. Non serve un esperto di geopolitica per comprendere come l'agenda espansionista continui la sua marcia inarrestabile. La caduta dell'Iraq, il crollo della Siria, il caos in Egitto, i continui attacchi in Libano, il genocidio palestinese, cos'altro serve per provare queste criminose idee da parte di un paese con un curriculum zeppo di continui abusi e morti innocenti?
Ma questo scorcio di verità che si confonde maldestramente come un fanta-film non ha tuttavia finito di stupire.
- Il principe saudita Bandar bin Sultan al-Saud è una vecchissima conoscenza dell'amministrazione americana: ambasciatore saudita negli Stati Uniti dal 1983 al 2005, direttore dei servizi segreti sauditi dal 2012. Un articolo del "Wall Street Journal" ce ne mostra alcuni aspetti: una carriera politica con ampie zone d'ombra: invischiato nello scandalo Iran-Contra, intermediario per la CIA negli anni '80 con i ribelli Afghani (talebani vi dice niente?), nella lotta contro l'Unione Sovietica. Un personaggio "scomodo", legato a doppio nodo con l'amministrazione americana ed i suoi presidenti che si sono alternati in 30 anni. Il suo ruolo, secondo numerosi organi di informazione, è quello di finanziare e reclutare forze fresche tra mercenari e guerriglieri, specie in Qatar ma anche sul confine Turco da mandare poi nel calderone siriano a combattere contro Assad. Un lavoro già eseguito 30 anni prima circa nella guerra Russo-Afghana.
Si parla di centri addestramento ribelli nascosti in Giordania, qui convergono estremisti di ogni risma e credo, sopratutto quello del dollaro facile. Un ingente flusso di petroldollari sta decidendo il destino del medioriente, la famiglia saudita è in prima linea per addomesticare, sovvertire, rimodellare ogni singola nazione araba avversa a questi attori, in questo mercato fatto di debiti e ricatti nemmeno troppo celati. Come si fa a dare tutto questo potere decisionale ad un uomo con un passato così oscuro? Errare è umano, ma perseverare è diabolico.
A questo livello il Mr. President Obama si mostra ancora più patetico, l'ombra del politico di qualche anno fa, il promotore di una nuova era di pace e giustizia. Obama appare per ciò che è, l'ennesima pedina in carica per 4 anni, il capro espiatorio, il parafulmine di una struttura immensa, dove chi davvero decide è nascosto in una di quelle stanze. Obama è il comandante disarcionato di un impero che non ha esistato a sganciare due bombe atomiche in Giappone, che ha per primo mostrato il terrore delle armi chimiche in Vietnam, con generazioni e generazioni di bambini deformi, un impero che non muove un dito per il massacro quotidiano in Palestina, per il fosforo bianco contro civili inermi, ma che trova "immorale" un massacro inzuppato di petrolio e potere.
Informarsi in maniera indipendente e farsi una propria idea, questa è la Rivoluzione che può destabilizzare un sistema diabolico. Un consumatore di notizie è il miglior alleato per personaggi che hanno a cuore di tutto, eccetto il bene dei popoli.....maremmacinghialaaaaaaaa