Siria. Russia contesta rapporto Onu, definendolo “fazioso”

Il segretario di Stato Usa John Kerry con il ministro degli esteri russo Lavrov (Photo credit: US Mission Geneva / Foter / CC BY-ND)

Un nuovo risvolto potrebbe segnare la storia della Siria e della sua rivolta.
Mentre infatti quest’ultima imperversa per le strade di Damasco, tra il fronte dei sostenitori di Assad e i ribelli che contestano il regime, lontano dalle piazze e dalle strade segnate da attentati e rappresaglie si combatte la «guerra dei dossier», quella della diplomazia ad alti livelli. Al centro della discussione il fascicolo consegnato pochi giorni fa al Segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, per mano degli ispettori che hanno guidato il sopralluogo in territorio siriano, e il fascicolo consegnato da Bashar al-Assad alla Russia di Vladimir Putin, per valutare le condizioni di una pace mediata direttamente da Mosca. Ma quest’ultima nel merito si dice scettica, giacché lo stesso Cremlino afferma di come il documento Onu sia oltremodo «parziale e politicizzato». La ragione per cui Mosca si porrebbe d’ostacolo è l’assenza – a sua detta – di «prove analizzate», oltre alla «mancanza di fotografie degli eventi in Siria». Questo vuoto essenziale ha portato il Cremlino a pronunciare senza mezze parole: «Non possiamo che definire la natura delle conclusioni tratte dagli esperti Onu come politicizzata, faziosa e unilaterale». Anche se dalla parte delle Nazioni Unite, lo stesso Ban Ki-moon aveva commentato il dossier come «tremendo». Sebbene le pagine prodotte dagli ispettori Onu testimoniassero l’uso del sarin in Siria mediante missili lanciati sulla popolazione civile, Mosca è rimasta ugualmente sulle proprie posizioni, definendo per l’appunto il dossier «incompleto». In aggiunta, il viceministro degli Esteri della Russia, Sergej Riabkov, ha spiegato: «La relazione siriana conferma che le armi chimiche sono state usate dai ribelli».