Siria, secondo giorno di tregua. Fragilità ad Hama e Aleppo

Creato il 28 febbraio 2016 da Retrò Online Magazine @retr_online

Siamo ormai al secondo giorno di tregua in Siria. La tensione resta comunque alle stelle. Alcune zone del Paese sono state bombardate nelle ultime ore. Si parla di alcuni raid aerei nelle province di Aleppo ed Hama. E in seguito a queste prove di forza, qualcuno incrementa il proprio scetticismo sul cessate-il-fuoco imposto in vista dei colloqui di pace del 7 marzo prossimo.

Il primo giorno di tregua è stato definito “rassicurante” dall’inviato delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, anche se non sono mancate le ordinarie violazioni che rendono intermittente la cessazione delle ostilità. E in questa seconda giornata di tregua in Siria, l’Osservatorio per i Diritti umani ha registrato la presenza di alcuni raid aerei a nordovest di Aleppo e a sud di Hama. Così, mentre l’Osservatorio non si pronuncia sulla provenienza di questi aerei che hanno compiuto i recenti bombardamenti, altre fonti identificano nei russi gli esecutori dei raid.

Gli obiettivi erano precisi. Per la provincia di Aleppo le località colpite sono Andan, Dara Aza, Hreitan e Qabtan al-Jabal, mentre  nella zona di Hama è stato colpito il villaggio di Hirbnafsa. Tutte località di riferimento per il Fronte al-Nusra, la costola siriana di al-Qaeda nata nel gennaio 2012 rivendicando un attentato a una base di polizia nella città di Idlib. In queste zone colpite era tra l’altro presente l’Esercito libero siriano, e non si nasconde la possibilità che vi siano delle vittime. Nei bombardamenti a Qabtan al-Jabal ha perso la vita un giovane, mentre nei pressi di Hirbnafsa si sono verificati degli scontri fra lealisti e gruppi islamici. Ad al-Tiba sono attualmente in atto una serie di scontri per indebolire l’avanzata dell’Isis, e pertanto l’obiettivo dei raid aerei è anche la città di Raqqa, da sempre la roccaforte dello Stato islamico.

A livello internazionale, infatti, si è consapevoli che al di fuori dell’accordo siglato fra Usa e Russia per la tregua in Siria vi siano i gruppi terroristici dell’Isis e di al-Nusra. All’interno dell’accordo di cessate-il-fuoco, invece, sono presenti le forze di governo e i gruppi dell’opposizione siriana. Nel documento si sottolinea che la tregua deve riguardare le forze del regime siriano e i ribelli che da tempo combattono contro le autorità di potere. Ma il grande problema resta per i gruppi esclusi dall’accordo: l’Isis e al-Nusra, infatti, controllano più del 50% della Siria. Una porzione di territorio che ovviamente ostacola enormemente le trattative di pace che – forse – inizieranno il 7 marzo prossimo, se il cessate-il-fuoco non sarà stato infranto.

Il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu si dice favorevole alla tregua, ma spinge affinché non perduri il terrore sulle alture del Golan. Insomma, per Netanyahu i futuri accordi dovranno tener presenti le “linee rosse israeliane”. Queste le sue parole nella riunione di governo a Gerusalemme: “L’accordo sulla tregua è una tappa fondamentale, ma l’Iran deve smettere di aggredire Israele dalla Siria”. Netanyahu è stato dunque perentorio: non saranno tollerati nuovi fronti di guerra sulle alture del Golan.

Da parte delle Nazioni Unite, e in particolar modo secondo le affermazioni dell’inviato de Mistura, le condizioni del primo giorno di tregua in Siria promettono una “situazione rassicurante”. L’esplosione di un’autobomba nei pressi di Hama – è stato specificato – è una violazione che non inficia il cessate-il-fuoco che può condurre ai colloqui di pace. E così pure i colpi di mortaio caduti nella zona orientale di Damasco, in piazza degli Abassidi. Le parole dell’inviato Onu, Staffan de Mistura, rassicurano sugli attuali sviluppi in Siria: “La tregua sembra che sia stata accolta con la dovuta serietà. Dobbiamo ancora attendere qualche giorno per rafforzare la speranza di una pace duratura”. Sono stati intanto istituiti dei centri di monitoraggio della situazione in Siria: Washington (Usa), Mosca (Russia), Latakia (Siria), Amman (Giordania) e Ginevra (Svizzera).

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