Magazine Politica

Siria: si dimette il vice ministro del Petrolio. E’ faida interna nelle opposizioni al regime

Creato il 08 marzo 2012 da Worldobserver @W_ObserverNews

Pubblicato da Lello Stelletti il 8 marzo 2012 · Lascia un commento 

Siria: si dimette il vice ministro del Petrolio. E’ faida interna nelle opposizioni al regime

L'ex vice ministro del Petrolio siriano, Abdo Hussamedin, nel video di Youtube dove annuncia le sue dimissioni

Puoi leggere questo articolo anche su IBTimes-Italia.

In Siria qualcosa sembra smuoversi dopo il focus della comunità internazionale sul Paese mediorientale. Il vice ministro del Petrolio siriano, Abdo Hussamedin, si è dimesso dall’incarico annunciando il suo passaggio tra le fila dell’opposizione. Si tratta della defezione più importante dall’inizio della crisi interna nel Paese per quanto riguarda funzionari del governo di Damasco. Hussamedin ha rese note le sue dimissione attraverso un video postato dagli attivisti dell’opposizione su Youtube: “Io, l’ingegnere Abdo Hussameddin, vice ministro del Petrolio, annuncio la mia defezione dal regime e le dimissioni”. Dopo aver dichiarato di appoggiare apertamente il popolo siriano, l’ex viceministro conclude il video messaggio ricordando la sua attività di funzionario politico di 33 anni, conclusasi in quanto egli non è più interessato a “servire un regime criminale”.

Nonostante questa nota positiva, i gruppi ribelli e l’opposizione restano bloccati nella loro azione da una serie di faide interne. Sono troppe le entità politiche nate per contrastare il governo di Bashar al-Assad: dal Consiglio nazionale siriano al Gruppo patriottico siriano sino al Comitato di coordinamento nazionale. Troppi gli interessi in gioco dei vari gruppi rappresentati, spesso dotati di una loro agenda e in contrasto tra loro. La medesima situazione si è creata anche nelle diverse fazioni dei gruppi militari ribelli (Free Syrian Army, Libero movimento degli ufficiali…) che non riescono a coordinarsi in un’unità d’azione, ma anzi rinfacciano l’uno all’altro di essere gli unici a combattere realmente il regime. A nulla sono serviti i vari incontri svoltisi ad Amman, Parigi e Bruxelles che, invece di appianare i contrasti, hanno solo innalzato il clima di astio tra i vari rappresentanti presenti.

A tutto ciò si deve assommare l’impazienza delle opposizioni con la politica attendista dell’Occidente. Il leader del Consiglio nazionale siriano, Burhan Ghalioun, si è definito “scontento” delle posizioni assunte dalla comunità internazionale riguardo la crisi siriana: “Né noi, né il popolo siriano siamo contenti per le posizioni e le dichiarazioni dell’Occidente. Non vogliamo che la conferenza Friends of Syria di Istanbul ribadisca le stesse posizioni della conferenza che si è svolta in Tunisia”. Queste le parole dell’esponente del Cns all’emittente al-Arabiya. Ghalioun ha auspicato, inoltre, che l’esercito regolare siriano ponga fine “all’uccisione dei civili e non difenda più il presidente Assad”. In riferimento agli appelli riguardanti una maggiore unità dell’opposizione, il leader del Cns ha detto chiaramente che “in nessun posto del mondo c’è un’opposizione unita, ma è la visione che il popolo ha della nuova Siria che deve essere unita e a questo sta lavorando il Cns”. In chiusura, Ghalioun ha anche annunciato che presto si terrà una nuova conferenza sul futuro del Paese.

Le pressioni provenienti dai ribelli siriani, però, non sembrano suscitare la reazione da loro sperata nella comunità internazionale. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, seppur ha richiesto la presa in considerazione di diverse opzioni militari, resta convinto nel voler portare avanti una soluzione diplomatica. A renderlo noto è stato il capo di Stato maggiore, il generale Martin Dempsey, il quale ha spiegato che il presidente ha chiesto di valutare opzioni come “il soccorso umanitario, una no-fly zone, il blocco navale, i corridoi umanitari e raid aerei mirati”. In passato, sia lo stesso Dempsey, sia il segretario della Difesa, Leon Panetta, avevano già dichiarato che i vertici maericano stavano valutando le varie possibilità di un intervento ma mai per richiesta diretta della Casa Bianca.

41.904271 12.460404


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :