"La psicologia del trader"
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Siria,la situazione è sempre più tesa
Sulla
hanno ribadito agli altri membri del Consiglio di sicurezza Onu il loro no all'uso delle forza per rovesciare Assad. Un'opposizione quella del Cremlino con obiettivi abbastanza trasparenti. Primo. Tutelare un alleato storico, l’ultimo rimasto nella regione. La Siria è importante e i russi lo hanno ribadito. Bashar Assad è il loro interlocutore privilegiato, è il loro uomo. Ma alla fine – suggerisce qualche osservatore – potrebbero accettare un’alternativa, ma che dia loro garanzie. Uno scenario al quale avrebbero lavorato insieme agli iraniani, anch’essi interessati a mantenere saldo l’asse con i siriani. Secondo. Proteggendo la cricca di Damasco, proteggono la base di Tartous, scalo importante (e unico) per la flotta russa in Mediterraneo. Una zona dove Mosca intende restare. Ad ogni costo. Un’ambizione che si lega alla continua (e antica) ricerca di sbocchi verso i mari «caldi». Terzo. La Russia intende riaffermare il suo peso all’interno del Consiglio di Sicurezza.
LE ARMI - L’Occidente deve scordarsi il semaforo verde per iniziative militari e diplomatiche che possono avere un impatto drammatico. Quanto è accaduto con il raìs libico Gheddafi ancora brucia. Ogni cosa va discussa, trattata, pesata. E ciò vale tanto per
la Siria che per l’Iran. Quarto. Non dimentichiamo le armi. I siriani sono clienti «storici», anche se in passato hanno avuto problemi nel saldare il conto. Nel 2010 Mosca ha venduto a Damasco materiale bellico per 529 milioni di dollari e di recente ha siglato un contratto per un buon numero di aerei (36 Yak 130). Non solo. Gli Usa, insieme alla Francia, hanno denunciato violazioni clamorose dell’embargo. Una nave ha attraccato di recente a Tartus dove ha scaricato 60 tonnellate di munizioni. Quinto. L’irrigidimento esterno del Cremlino è anche legato alla situazione interna russa e alle prossime elezioni.
RIVALI STORICI - Nessuno vuole passare per debole davanti ai rivali storici. I casi siriano e iraniano offrono così la possibilità di gonfiare il petto e ricordare a tutti cosa sia la Russia. Per questo lo storico Fouad Ajami ha definito il confronto come «l’ultima battaglia della Guerra Fredda».
Fonte:
Guido Olimpio
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