Magazine Attualità

Sisma Emilia, ‘emergenza dimenticata’: luci ed ombre sulla ricostruzione

Creato il 22 agosto 2013 da Candidonews @Candidonews

Sisma Emilia, ‘emergenza dimenticata’: luci ed ombre sulla ricostruzionefocus emilia copia

Focus Emilia, ‘emergenza dimenticata’. A 15 mesi dal disastro il blog  vi propone un dossier approfondito sull’argomento.

L’idea è nata da una conversazione avuta con una persona che ha vissuto da vicino le conseguenze del sisma e sà cosa sta accadendo, a riflettori spenti. Perchè oramai, a poco più di un anno dai tragici eventi, pochi media aprono finestre informative sullo ‘stato dell’arte’ dei lavori per la ricostruzione in Emilia. Tra il 20 ed il 29 maggio del 2012 i territori emiliani venivano sconvolti da una serie di scosse sismiche, le quali provocavano la morte di 27 persone. La scossa più forte (magnitudo 5.9) pochi minuti dopo le 4 di notte del 20 maggio, con epicentro nell’area di Finale Emilia. Poi il 29 maggio una nuova violenta scossa di magnitudo di 5.8 devastava la zona più ad ovest, con epicentro nei pressi di Cavezzo. Persero la vita in 27, 7 per la scossa del 20 maggio, altri 20 per quella di 9 giorni dopo.

Sisma Emilia, ‘emergenza dimenticata’: luci ed ombre sulla ricostruzione

La mappa del terremoto del 29 maggio 2012

A che punto è la ‘ricostruzione’? Quanti fondi sono stati effettivamente erogati? Com’è cambiato il territorio deturpato dal sima e come sono ripartite le vite dei tanti abitati colpiti direttamente o meno dal terremoto?

Sky, nel maggio scorso, ha fatto un primo bilancio:

Una famiglia su tre è rientrata a casa. Gli altri sono stati sistemati in soluzioni abitative provvisorie o alternative. Solo 68 famiglie, secondo i dati forniti dalla Regione, vivono attualmente in albergo. In Emilia non ci sono new town come a L’Aquila. L’ultimo campo d’emergenza è stato chiuso ad ottobre. Nonostante le 450 scuole lesionate, tutti i 18.000 studenti, qualcuno dopo un inizio d’anno in tenda, in dicembre erano nelle loro scuole, prefabbricate o riparate Delle 22 zone rosse, 16 sono state riaperte.

Iniziamo a vedere nel dettaglio i fondi raccolti o stanziati:

Con fondi speciali, per un totale di 2,5 miliardi di euro dallo Stato e di 670 milioni di euro dall’Unione europea. Altri contributi, che ammontano a circa 12 miliardi di euro, sotto forma di prestiti a fondo perduto o come prestiti agevolati, arrivano da varie Casse nazionali. Ci sono poi diversi contributi di solidarietà delle altre Regioni sui fondi europei, da fondazioni private e associazioni di categoria. Un dato rilevante è la donazione complessiva di oltre 37 milioni di euro raccolti attraverso i vari canali di sostegno, dagli sms alle donazioni ai concerti di solidarietà.

Tra gli altri anche i 4 milioni di euro raccolti dalla iniziativa musicale Italia loves Emilia, il megaconcerto organizzato in settembre da numerosi artisti del mondo della musica ed i cui fondi dovrebbero essere così ripartiti:

I 4.305.058,77 di euro raccolti sino ad oggi da ITALIA LOVES EMILIA contribuiranno alla ricostruzione delle scuole emiliane seguenti su indicazione di Vasco Errani, presidente della Regione Emilia-Romagna e commissario delegato alla ricostruzione.

San Possidonio - Rifacimento centro scolastico Rodari : 300.000,00
Camposanto -  Scuola media : 1.000.000,00
Medolla -  Rifacimento scuola di musica : 300.000,00
Guastalla – Progettazione nuovo polo scolastico : 250.000,00
Reggio Emilia – Scuola comunale infanzia XXV aprile : 200.000,00
Sant’Agostino -  Completamento scuola San Carlo : 150.000,00
Crevalcore – Scuola media Marco Polo : 1.000.000,00
Reggiolo  – Scuole del Capoluogo : 1.100.000,00
Totale    4.300.000,00

Fin qui i finanziamenti stanziati, quanto però è stato effettivamente erogato ai territori? Lo si verifica meglio tramite un sito apposito:

Per verificare come vengono spesi questi soldi, la Regione ha avviato, in collaborazione con diverse realtà della società civile, il sito OpenRicostruzione, che tiene traccia degli interventi, dei fondi, dei progetti realizzati.

Dal sito apprendiamo quindi che, a fronte di svariati miliardi stanziati, sono solo 39 i milioni di euro effettivamente versati sui conti correnti dei comuni. Cosi riporta il sito:

emilia1

In azzurro i finanziamenti totali occorrenti, in verde quelli erogati effettivamente. Sono meno del 20%.

emilia2

Le donazioni ricevute ‘concretamente’ dai singoli comuni. Solo 39 milioni di euro,

Mirandola

Mirandola

Ed infatti c’è chi protesta, come il sindaco di Mirandola che qualche mese fa attaccava le banche indicandole come principali responsabili del ‘blocco’ dei fondi ai comuni disastrati:

Le banche “rallentano la ricostruzione”. A puntare il dito direttamente contro gli istituti di credito dell’Emilia, con i quali la Regione ha stipulato un accordo per favorire l’erogazione dei contributi statali relativi al terremoto, questa volta sono proprio le istituzioni. E’ il sindaco di Mirandola, Maino Benatti, a rivolgere un appello….

“Le banche – spiega Benatti – non stanno facendo le banche, ovvero non si stanno mettendo a disposizione delle imprese e delle famiglie per la ricostruzione dei Comuni terremotati. In molti casi stanno invece bloccando gli aiuti e i contributi con un atteggiamento cinico e non costruttivo”. Il problema, continua il primo cittadino del comune situato ‘nel cuore’ del cratere, non sono i soldi, sbloccati già da gennaio, ma chi dovrebbe erogarli.  “I contributi e le risorse ci sono – ribadisce il sindaco – le procedure di richiesta e di verifica stanno ingranando, ma ora le banche, che dovrebbero limitarsi a distribuire soldi non loro, stanno mettendo ostacoli e bloccando i pagamenti. Questo è inaccettabile”.

Una testimonianza concreta su come i fondi siano trattenuti dalle banche, con danno ingente per i cittadini, costretti a ricorrere ai propri fondi personali per ‘ripartire’:

“Io non ho subito personalmente danni a causa del sisma – racconta Giacomo Fiori, libero professionista in pensione – però vista la mia esperienza professionale ho dato una mano ad alcune famiglie che devono ricostruire la propria casa. Grazie ai loro risparmi sono riuscite a fare subito i lavori necessari e come da regolamento abbiamo presentato la domanda. Dopo mesi, però, solo una di loro ha ricevuto il rimborso previsto, delle altre richieste non sappiamo ancora nulla. La banca si limita a dirci che i soldi ci sono, ma che ci vorrà tempo, che il sistema è complesso. Che dobbiamo fare? Noi non vogliamo certo mettere in difficoltà le aziende che hanno fatto i lavori, tutte scelte nel territorio, perché già c’è crisi e nel nostro piccolo vogliamo dare una mano, ma se non arriveranno i soldi purtroppo sarà così”.

Finale Emilia, la torre simbolo del sisma, poi definitivamente crollata

Finale Emilia, la torre simbolo del sisma, poi definitivamente crollata

Gli istituti di credito restituiscono però la palla al mittente, adducendo problemi ‘burocratici’ dietro il blocco dei finanziamenti:

Il problema è che la procedura è così complessa che anche ad aprile, secondo i dati, non ancora definitivi, dell’Abi, le saranno solo 25 – 30 le richieste che verranno saldate, molte, anzi migliaia saranno invece le domande che verranno rispedite al mittente per problemi legati alla forma. “Noi saremmo ben felici di pagare perché così potremmo anche rientrare di diversi prestiti fatti in questi mesi – chiarisce il presidente della commissione regionale Abi – ma come non vogliamo incolpare nessuno di queste difficoltà, non possiamo nemmeno assumercene tutta la responsabilità. Credo invece che dovremmo lavorare tutti insieme, perché c’è ancora molto da fare”.

Le responsabilità quindi vengono rimpallate tra banche ed istituzioni regionali e statali. Nel Febbraio 2012, a nove mesi dal sisma, i problemi erano ancora molti ed ottenere i rimborsi sembrava una chimera:

Racconta Elisabetta Aldrovandi, consigliere comunale di Medolla, in lista per la Camera dei Deputati con Fratelli D’Italia, “molti istituti bancari della bassa non hanno nemmeno i moduli da compilare per presentare la richiesta di risarcimento”. Fatto che per primo spiega come mai le domande inviate sino ad oggi siano così poche. “Poi, chi riesce a portare la documentazione, se la vede restituire piena di correzioni perché tecnici e ingegneri non riescono a venire a capo del complesso dedalo di requisiti da rispettare affinché la pratica sia a norma. E chi era riuscito a superare quel passaggio, deve comunque ricominciare tutto daccapo”.

Con l’innalzamento dei contributi al 100% tutte le domande sono da rifare, spiega Aldrovandi. “Per ora nessuno ha visto un centesimo nonostante il 10 gennaio abbiano annunciato l’arrivo delle risorse”. L’iter, è l’obiezione presentata dai terremotati, è molto complesso. E costoso. “La gente – continua la candidata alla Camera – crede che i contributi corrispondano alla percentuale che viene annunciata dalle istituzioni. Ma non è così”. Prima dell’approvazione dell’emendamento alla legge 122, quando il tetto massimo, per tutti, era l’80%, “ciò che il cittadino poteva sperare di ottenere si aggirava, in realtà, tra il 48 e il 52% del danno subito – continua Aldrovandi – anche perché i costi di progettazione, nel rispetto dei criteri antisisimici, sono altissimi, possono arrivare anche al 10% della cifra rimborsata”. E il prezzario stabilito dalla Regione, secondo molti, sarebbe inferiore del 30% rispetto alle tariffe di mercato richieste dalle aziende appaltatrici per lavorare.

“Ora che la soglia, almeno per la prima casa, è stata innalzata al 100% si rischia che la cifra percepita scenda ancora”.

Sant'Agostino

Sant’Agostino

A giugno il parlamento ha approvato il ‘pacchetto Emilia’ che ha sbloccato da subito 50 milioni di euro per le zone terremotate ma i problemi continuano ad assillare cittadini ed imprese, come denunciano vari amministratori locali in questo articolo de il Fatto Quotidiano

Oltre a problemi economici, si aggiungono anche fastidiose complicazioni logistiche. A Mirandola, nelle strutture costruite per dare un tetto agli sfollati, sono arrivati i ratti, con annessi problemi sanitari. Anche se, grazie al cielo, qualcosa si muove ed alcuni cittadini potrebbero tornare presto nelle loro abitazioni.

Concludendo quindi, a distanza di un anno, sono ancora molte le cose da fare per un territorio che, da solo, fino a maggio 2012 produceva il 2% del Pil nazionale . Un imperativo chiedono imprese e famiglie: ‘meno burocrazia e maggiore celerità nella distribuzione dei risarcimenti e dei fondi per i vari progetti di ricostruzione‘ .

Torneremo più avanti ad occuparci dell’Emilia, così come avvieremo un focus sulla situazione abruzzese e sulle altre ‘emergenze dimenticate’ di un Paese avvitato sulle diatribe politiche e ‘carente’ in quanto a ‘memoria’.

Fonti

http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2013/05/19/terremoto_emilia_numeri_ricostruzione_un_anno_dopo_case_imprese.html
http://www.openricostruzione.it/donazioni-riepilogo/
http://daily.wired.it/news/ambiente/2013/05/20/terremoto-emilia-bilancio-2525777.html
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/02/terremoto-sindaco-di-mirandola-banche-bloccano-larrivo-degli-aiuti/549412/
http://www.italialovesemilia.it/obiettivo-trasparenza
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/06/terremoto-sbloccati-50-milioni-sindaci-ritardi-e-troppa-burocrazia/618134/
http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/08/11/news/ferragosto-resto-nella-mia-baracca-1.7563577
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/30/terremoto-mirandola-case-temporanee-per-sfollati-infestate-dai-topi/671282/


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :