Avrete sicuramente già sentito parlare del sistema PEGI per la classificazione dei videogiochi perchè basta guardare la confezione per accorgersi del badge che con informazioni mirate ci illumina sul titolo che abbiamo in mano.
PEGI è l'acronimo di Pan European Game Information ed è stato introdotto per classificare tutti i videogames in base a due parametri: l'età a cui è rivolto il titolo e il contenuto dello stesso. C'è tutto un elenco di simboli che servono a dare un'idea immediata di quello che c'è nel videogioco, ad esempio, se c'è della violenza ci sarà un pugno chiuso e così va fino a classificare tutto l'universo videoludico recente.
Anche il Play Store di Android ha introdotto il sistema PEGI per le app e per i videogiochi in modo da proteggere i più piccoli da contenuti potenzialmente disturbanti e dannosi per la loro psiche.
Purtroppo però il PEGI ha una grossa pecca: si basa sul buonsenso dei genitori perchè difficilmente vedremo un bambino di 8 anni andare da solo a comprare un videogioco. E allora in quel caso non potrà essere che il genitore a impedire al figlio di comprare un titolo "pericoloso" guardando attentamente il badge PEGI. Nel caso dello store on line il controllo è sul download magari con opportune password.
Lasciatemi chiudere dicendo che, PEGI o non PEGI, io non ho mai creduto che app o videogiochi possano istigare alla violenza o causare disturbi mentali: il male e la propensione a perpetrarlo si trovao nell'uomo non dentro delle righe di codice.