Sistema semipresidenziale in Italia? Dubbi all’orrizzonte

Creato il 16 luglio 2012 da Ilnazionale @ilNazionale

16 LUGLIO – In una delle sue ultime dichiarazioni, Silvio Berlusconi ha lanciato la sua proposta per salvare l’Italia: introdurre un sistema di tipo semipresidenziale sul modello francese, con elezione diretta del presidente della Repubblica e meccanismo a doppio turno.
E proprio in Francia, questo sistema si è sviluppato in maniera del tutto particolare e diversa da paesi storicamente presidenziali, come gli Stati Uniti.
Il modello presidenziale vigente negli USA è infatti fondato sul principio della rigida separazione dei poteri, con un presidente della Repubblica ed un Congresso eletti direttamente dal corpo elettorale, per un periodo di carica FISSO stabilito in Costituzione. Dunque, un sistema di “checks and balances” per cui nè il presidente può sciogliere anticipatamente il Congresso, nè il Congresso può revocare il Presidente.

Il modello francese invece, che tecnicamente è definito “sistema SEMIpresidenziale”, nella sostanza si presenta come un vero e proprio governo ULTRApresidenziale, tanto che numerosi studiosi definiscono la figura del presidente un MONARCA REPUBBLICANO.(Tendenza questa, che non è nuova alla Francia fin dai tempi di Napoleone.)
Alla base di tale ragionamento vi è la constatazione che, seppure il sistema sia costituzionalmente repubblicano, esistano una serie di prerogative e di poteri tipicamente regi in capo al presidente della Repubblica: in primo luogo la competenza esclusiva in materia di politica estera e di difesa (la sfera del cosiddetto “domain reservé”), il potere di ordinanza, ovvero la possibilità di sospendere in tutto o in parte la Costituzione in via eccezionale, il potere di scioglimento anticipato delle Camere, la nomina del Primo ministro.
Il sistema è poi organizzato in maniera tale da rendere il capo dello Stato un dominus, figura centrale e incredibilmente forte politicamente:

1)l’investitura diretta, secondo cui il candidato viene eletto direttamente dal corpo elettorale, fa sì che quest’ultimo goda del consenso popolare e sia da esso legittimato.
2)A seguito della riforma del 2000, la carica di presidente della repubblica è stata ridotta da SETTE a CINQUE anni: questo provvedimento, che sembrerebbe diminuire il ruolo del capo dello Stato, in realtà lo rafforza perchè riduce notevolmente il rischio di coabitazione, fenomeno per cui la maggioranza presente in Parlamento è diversa da quella che ha eletto il presidente. L’esperienza della V repubblica ha conosciuto tre casi di coabitazione: i periodi 1986-1988 e 1993-1996 con Presidente socialista e maggioranza di centro-destra e il quadrienno 1998-2002 con,all’inverso, un Presidente di destra e una maggioranza di centro-sinistra.

In questi casi, il sistema ha sì funzionato, ma come un normale governo parlamentare in cui il capo dello Stato, dovendo godere della fiducia delle Camere si piega alla volontà politica del Parlamento, che approva soltanto leggi conformi al programma della maggiornanza, inevitabilmente divergenti rispetto al programma del presidente.
A seguito della riforma del 2000 però, avvenendo quasi in contemporanea le elezioni del Parlamento e del Presidente, è pressochè certo che il corpo elettorale esprimerà lo stesso orientamento politico per la maggioranza parlamentare e il presidente della Repubblica.

A questo punto, il gioco è fatto: Il presidente eletto, forte del consenso popolare e capo politico della maggioranza in Parlamento, forte anche del potere di scioglimento anticipato nei confronti di quest’ultimo, nomina e revoca liberamente il governo di sua fiducia, e dirige sia il governo che il parlamento.

In Italia, la Costituzione disegna un sistema in cui pesi e contrappesi si articolano in una forma di governo parlamentare, con un governo eletto dal Parlamento e guidato dal Presidente del Consiglio e rappresentato da un Presidente della Repubblica eletto dalle Camere in seduta comune per assicurarne la neutralità e il distacco dai giochi politici, cui è affidato il potere di promulgazione delle leggi.

E allora, siamo proprio sicuri che in Italia, paese in cui la deriva cesaristica è sempre dietro l’angolo, ci sia davvero bisogno di una riforma che stravolga la Costituzione e modifichi radicalmente il sistema politico in senso presidenziale ?


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :