«Da diversi anni - continuano - in azienda si susseguono procedure di cassa integrazione e da mesi gli stipendi arrivano con forte ritardo. Nonostante i sacrifici sostenuti dai lavoratori non c'è stata da parte della dirigenza la capacità di rilanciare il gruppo Sitcom; al contrario, alcune iniziative imprenditoriali, come l'operazione Sportitalia, hanno peggiorato una situazione economica già molto compromessa».
«Nel confronto sindacale - aggiungono - la dirigenza ha comunicato di voler cambiare radicalmente modello industriale e di avere in mente una struttura con pochissimi lavoratori dipendenti cui si affiancheranno gli ex dipendenti licenziati con contratti precari che avranno la durata della singola produzione. I lavoratori che con la loro professionalità hanno costruito negli anni programmi di grande successo (di pubblico e di critica) come Casa Alice, Accademia Montersino, Romanzo Popolare e così via, andranno dunque a casa per lasciare spazio a un nuovo modo di fare televisione. Un modello basato sulla precarietà e sulla mancanza di continuità. Una grande sconfitta per la televisione italiana indipendente a cui Slc Cgil e i lavoratori coinvolti intendono rispondere portando questa drammatica vertenza fra la cittadinanza e in tutte le sedi istituzionali regionali con l'obiettivo di bloccare una deriva di precarizzazione inaccettabile per l'intero sistema televisivo del paese»