Sledge Hockey: Torino 2006, i ricordi delle Paralimpiadi rimaste nel cuore

Creato il 23 marzo 2016 da Sportduepuntozero

Terminati i Giochi Invernali di Salt Lake City l’Italia inizia a pensare a quelli successivi, che ospiterà a Torino nel 2006. Non esiste ancora una squadra nazionale di sledge hockey, che avrebbe la qualificazione garantita in quanto paese ospitante; è un’occasione unica per far nascere una nuova disciplina paralimpica, già diffusa in varie parti del mondo. Andrea Chiarotti è un ex giocatore di hockey e dopo l’incidente ha continuato ad allenare sul ghiaccio di Torre Pellice e Torino. La FISD – l’attuale CIP – lo chiama per reclutare e selezionare nuovi giocatori e nell’ottobre del 2002 a Torino Esposizioni inizia l’avventura.

Luigi Grill si è da poco avvicinato allo sci e su proposta di Tiziana Nasi decide di provare lo sledge. All’inizio è stancante ed è persino difficile rimanere in equilibrio sulla slitta, ma dopo un po’ si prende confidenza – con il ghiaccio e con il resto del gruppo – e soprattutto ci si diverte davvero tanto; un ottimo motivo per continuare.

I nuovi giocatori di sledge hockey provengono da vari sport: sci, basket in carrozzina, atletica. Tra questi c’è Gregory Leperdi, che nonostante abbia il minimo per partecipare alle Paralimpiadi di Atene del 2004 viene escluso dalle convocazioni. Decide quindi di provare una nuova esperienza. Andrea, Luigi e Gregory, tutti e tre piemontesi, giocano ancora oggi a sledge hockey.

Nel campionato indossano la maglia della formazione Sportdipiù Tori Seduti, una delle formazioni storiche del nostro paese nata nel 2003 insieme alle Aquile del Sud Tirolo e all’Armata Brancaleone di Varese. Andrea e Gregory sono ancora in nazionale; il primo è capitano e a Sochi, in rappresentanza di tutta la squadra, ha portato il tricolore durante la cerimonia di apertura.

Nel 2005 si disputano la prima Coppa Italia e il primo campionato e al termine della stagione l’Italia esordisce in campo internazionale. 56 gol subiti e zero segnati sono il bilancio delle cinque sfide dei Campionati Europei. Gli azzurri non vanno in gol neppure nel test event giocato in vista delle Paralimpiadi.

Poco male, perché la prima rete nella storia della nazionale italiana di sledge hockey arriva in un momento più importante, cioè il match del girone olimpico contro la Gran Bretagna; lo sigla Gianluca Cavaliere. Nel torneo dei Giochi l’Italia segna altri due gol e nella finale per il settimo posto va molto vicina al successo contro il Regno Unito, perdendo 2-1.

L’importante, in ogni caso, è esserci, perché la storia si scrive indipendentemente dalle vittorie. Per questo l’avvicinamento a Torino 2006 è un susseguirsi di emozioni. Luigi non ci crede perché si sente già un po’ “vecchio” e perché non ha mai praticato sport a livello agonistico; ma nella lista dei convocati c’è anche lui.

Anche lui, la sera del 10 marzo 2006, si trova nel tunnel dello Stadio Olimpico per la cerimonia di apertura. Gli azzurri sono gli ultimi a entrare e ad attenderli ci sono una luce accecante e migliaia di persone in delirio. L’Italia ritrova lo stesso entusiasmo sulle tribune di Torino Esposizioni nel corso di tutte le partite. Per i giocatori è difficile persino riservare pochi posti per i parenti.

Il villaggio olimpico è quello che tutti hanno sempre sognato; amicizia con i compagni di squadra, con gli avversari e con i volontari. Ancora oggi fa piacere incontrarsi, scavare nel cuore e nella mente e ricordare quella settimana olimpica, chiusa con uno spettacolo di centomila persone accalcate tra piazza San Carlo e piazza Castello. Dieci anni dopo rimangono i ricordi, le emozioni e la sensazione di aver iniziato qualcosa di importante.

Sono cambiati gli elementi ma in Italia il movimento dello sledge hockey non si è fermato e dal punto di vista tecnico è cresciuto parecchio. Nel 2011, sei anni dopo l’esordio europeo, l’Italia ha vinto l’oro continentale, dopo essersi conquistata la qualificazione – sul campo – ai Giochi di Vancouver. Da quando è entrata nel gruppo A non l’ha più abbandonato; a Sochi è arrivata sesta e nel 2018, chissà, giocherà forse per una medaglia.


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