Pensi alla California e si configurano spiagge assolate affollate da bikini riempiti fin quasi a scoppiare da ben di dio assortito, pensi a megamuscolosoni a forma di bagnino sulle torrette,pensi a palme e strade larghissime rigogliose di traffico e vita. Lì dove splende il sole però, esistono zone oscure, buchi neri che paiono assorbire ogni apparente felicità, masticarla e risputarla all'esterno sotto forma di sogno rivoltato. Gli Sleepytime Gorilla Museum incarnano alla perfezione questi banchi di nera nebbia sotterranea. Influenzati da un cupo surrealismo, il nome della band viene direttamente dal mondo dadaista: il 22 giugno 1916 ebbe luogo l'inaugurazione di un fantomatico museo da opera di un nugolo di dadaista riunitisi sotto il monicker di "Sleepytime Gorilla Press". L'esibizione di quel giorno fu un incendio che portò alla chiusura del loco. Non esistono però fonti certe a riguardo, il tutto potrebbe anche essere una semplice invenzione dei membri della band, e visti gli ambienti artistici dai quali sono influenzati la cosa non ci stupirebbe affatto. Leggenda o fatto reale, il titolo del primo album, Grand Opening And Closing, viene proprio da questo happening. Oggi, a far parte della combriccola c'è gente che non è affatto di primo pelo: il chitarrista/cantante Nils Frikdahl inquietava l'underground americano già a metà anni Novanta coi suoi perfidi Idiot Flesh in compagnia del bassista Dan Rathbun (che è, tra l'altro, inventore e costruttore di molti strumenti impiegati dalla band durante le proprie performance); la violinista Carla Kihlstedt, oltre ad essere impegnata in un interessante progetto solista, è membro di Charming Hostess e Tin Hat Trio (e solo in occasione del successivo album degli SGM si aggiungerà alla line-up il batterista degli Skeleton Key Matthias Bossi). Il museo degli incubi schiude lento i battenti e ci risucchia immediatamente in una caduta verso gli inferi dell'anima umana. L'inno all'insonnia di Sleep Is Wrong è un efferato requiem dove la voce di Frikdahl si staglia per latrare come una belva assassina mentre martellamenti industrial alla Swans si alternano a cabarettistici momenti di decompressione. I timorosi non possono più abbandonare lo spettacolo, manette di ferro inossidabile ne bloccano i polsi ed è vietato non guardare. L'alternanza di furiose apertura post-metalliche con apparenti calme che nascondono inquietanti riverberi notturni è la spina dorsale dello stile degli Sleepytime, che pagano un forte dazio ai maestri dell'avant-prog più surrealista, i Thinking Plague. Ambugaton si districa all'interno di sghembe geometrie, così come il velenoso hard-rock di 1997. Carla Kihlstedt ci sussurra l'inquietudine di una giovane donna come se stesse descrivendoci la scena ritratta in un'impolverata e decrepita fotografia che sembra rimasta impigliata in una gigantesca ragnatela che gode di vita autonoma (Ablutions). Le voci di Nils e Carla s'intrecciano in un visionario dialogo, come due tetri gemelli siamesi. Il ghigno malefico che espone denti aguzzi sotto occhi neri come l'abisso diviene materia tangibile nell'angoscia soffocante di Powerless: qualcosa striscia nei dintorni, lo percepiamo. Gli intenti "anti-umani" dichiarati dal gruppo pulsano da sotto il pavimento, lo rigonfiano e lo lacerano per fuoriuscire come rigurgiti di un'oscura creatura sotterranea. Ma prima che il tutto venga definitivamente a galla ci sono le carezze di una mano defunta nella ninna-nanna di Sleepytime e i rimbalzi fuori controllo di The Stain, sorta di King Crimson rielaborati dal Cappellaio Matto di Lewis Carroll. Il sipario cala sul carillon di Sunflower, sul quale ruota, vestito a festa, il cadavere dell'uomo contemporaneo. Come pochi altri là fuori gli Sleepytime Gorilla Museum sono in grado di evocare fobie che conducono alla pazzia. Le loro mani sono artigliate e pronte a sferrare attacchi letali alla coscienza. La rivolta contro l'ipocrisia della vita di tutti i giorni è qui servita in tutta il suo candido orrore. Abbandoni ogni speranza chi ha il coraggio di entrare nel museo dell'anti-umanità.
(Seeland, The End Records, 2001)
Sleep Is Wrong / Ambugaton / Ablutions / 1997 / The Miniature / Powerless / The Stain / Sleepytime / Sunflower