Nel mio mondo fumettistico l’età dell’innocenza è finita con L’Uomo Ragno #143 nella storia Dilemma Mortale. Passi la tua gioventù tra paperi, conigli rosa e lupi azzurri, poi leggi del Ragno che se la prende con il Rinoceronte. E tutto cambia.
È la storia successiva al “Retaggio degli Osborn”, dove Harry Osborn prende in ostaggio la sua stessa famiglia in una spirale di follia che ha il suo zenit durante la cena alla tavolata di Goblin. Spider-Man alla fine riesce a liberare Liz, Normy e Molten. A catturare l’alter ego Goblin, completamente accecato dalla rabbia, dal desiderio di rivalsa e dalla necessità dell’amore della famiglia. E vissero tutti felici e contenti?
È alla fine del numero che De Matteis impedisce al lettore di “godere” della sconfitta di Goblin.
Nella vignetta dopo l’arresto, quando sta per essere trasportato sull’ambulanza, schiumante di rabbia, in un delirio di onnipotenza e frustrazione, Harry sta per svelare il segreto di Spider-Man, il segreto dell’uomo sotto la maschera: ”PEEEETERRRR”…”Pan Peter Pan!” “Che bella la storia di Peter Pan…non vi piace?”
Mi aveva lasciato con un retrogusto amaro, la follia aveva vinto e i disegni di Buscema avevano dato il colpo di grazia alla mia innocenza fumettistica. Il bene non aveva trionfato. Una famiglia distrutta. Un amico perso. Nessun sorriso. L’urlo di Harry.
…finché il grande spettacolo dei fumetti si è palesato in una storia di riscatto, di vendetta, di orgoglio e rispetto. “Dilemma mortale” nello stesso numero in Italia, quando Rhino, avvolto dalla nebbia, attacca Peter Parker in abiti civili. Attacca Peter, non Spider-Man.
Il nostro amichevole Uomo Ragno di quartiere si riprende il tutto con gli interessi. E io sono in prima fila per lo spettacolo.
La speranza.
Qui, tra queste pagine, ci si riprende il proprio spazio dopo aver visto l’orrore. La furia è incontrollabile.
L’epicità è in tutto il numero, in tutta la storia. Nessuna battuta spiritosa, nessun dialogo assurdo, solo la presa di coscienza della forza, di ciò che conta e di quanto si è disposti a sacrificarlo per difenderlo.
Il mio entusiasmo.
Avevo 13 anni. Ero entrato in un altro mondo. E non avevo paura.
Grazie Spidey. Nessuno minaccia la mia famiglia!
Riccardo Brambilla
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