Ieri sera, mentre chiudevo le imposte di casa, il mio sguardo si incrociava con una luce che non avevo mai visto prima nel campo di fronte. Sembrava una stella, ma una stella strana; ho allungato gli occhi: no, non era una finestra di qualche casa, anche perché case laggiù da quella parte non ce ne sono…
Una stella così bassa sulla linea dell’orizzonte? No, le stelle sono più alte.
Ho trattenuto il respiro un attimo per vedere se quella luce si muovesse, magari poteva essere un aereo, anche se le luci dell’aereo non sono così; non così gialle; e di solito ti accorgi subito che si muovono, gli aerei. No, non si muove; o almeno così sembra.
Distolgo lo sguardo, riprovo a fare l’esperimento, rimettendo addosso tutta l’attenzione alla presunta stella: posso confermare che è ferma, scientificamente immobile, stabile, alla stessa altezza a cui era un attimo prima. Non c’è dubbio, è una stella.
O forse no? Non capisco cosa sia quell’alone che le si irradia attorno… non ci sono nuvole, non ci sono nebbie (e poi con la nebbia o con le nuvole una stella non la si vedrebbe), non c’è foschia… quell’alone mi fa tanto pensare a un’astronave…
Un brivido mi percorre la schiena; là nel campo qualcosa si muove. O è solo un’impressione?L’astronave mi fissa. Forse un alieno sta correndo attraverso il campo, è buio, non lo vedo, tra poco spunteranno i suoi occhi grandi e verdi e ipnotizzanti davanti a me, o forse mi entrerà in casa- già perchè intanto ho ancora l’imposta e la finestra aperte, allora ho paura e mi metto a chiuderla…
Sta venendo a prendermi.
Cuore che batte a tremila.
Magari mi sterilizza la pelle con delle microonde, e fa di me un cerchio nel grano, una voragine, mi manderà in autocombusione, mi ritroveranno così, carbonizzata, appena dentro la finestra della cucina…
Cuore che batte a quattromila.
Ma piantala, a trent’anni suonati una si può mettere ad avere certi incubi ad occhi aperti? Certe fantasticherie da bambini dell’asilo (horror)?
Ma il raziocinio perde, sono sola in casa; la fantasia crudele non mi lascia in pace.
Lasciamo star gli alieni; e speriamo che non bussino alla porta.
Salgo nello studio, al primo piano; là una finestra a forma di lunetta non ha l’imposta da chiudere; da qui posso osservare, tenere controllato il campo, la stella, l’alieno, le sue corse nel campo, accorgermi del suo respiro o della fluorescenza dei suoi occhi prima di trovarmelo col fiato sul collo, o a suonare al campanello, o ad aprire con un fil di ferro e un cacciavite la serratura della porta…
Già, perché dieci minuti dopo non mi è ancora passata, questa smania. E devo tenere tutto sotto controllo. Tutto.
Guardo. Ma mentre mi muovo,cambiando luce e prospettiva all’interno della mia casa, qualcosa di strano sembra svilupparmisi davanti agli occhi… dei piccoli segnetti, come dei germi, dei piccoli aloni anche se guardo verso la scrivania…
E provare a pulire gli occhiali?