"Smartphone, sempre smartphone, fortissimamente smartphone" un saggio di Franco Bifani.
Creato il 31 marzo 2015 da Ambrogio Ponzi
@lucecolore
Da leggere questo articolo del nostro amico Franco Bifani sempre attento ai fenomeni di costume. Giusta la scelta di tempo che coincide col passaggio di Fidenza da città storicamente attestata a Città Smart.
Franco non entra in polemica alcuna, ma semplicemente registra quanto ormai è nella realtà delle cose, tracciando anche un profilo antropologico del nuovo Homunculus Cordless, forma in rapida cambiamento che contiene già i geni della forma evolutiva successiva: "Homunculus @ Homunculus" .
Smartphone,
sempre smartphone,
fortissimamente smartphone
“La
trasmissione di documenti per mezzo di cavi telefonici è possibile,
in linea di principio, ma l’apparecchiatura richiesta è così
costosa, che non diventerà mai una tesi pratica”, aveva
affermato, in modo perentorio, l’ingegnere e fisico ungherese
Dennis Gabor: sappiamo tutti come è andata a finire.
Secondo
un recente sondaggio, il cellulare è considerato come essenziale,
nella vita moderna. Sai di vivere negli anni 2.000 solo quando hai,
nella rubrica, una lista di centinaia di contatti; anche se poi,
spesso, nessuno risulta reale e concreto, e tanti non ricordi
nemmeno più chi siano: “Paolo? Oh, bella...Ma Paolo chi?”
I
neonati nascono con un cellulare in mano, e non emettono vagiti, ma
sms. E i maschietti non rivaleggiano più per i cm. del pisello, ma
per l'area dello schermo dello smartphone.
Come
sarebbero andate le grandi storie d'amore, da Romeo e Giulietta a
Paolo e Francesca, se avessero avuto tra le mani un cellulare? Anche
Dante, avrebbe potuto contattare Beatrice direttamente nell'Empireo,
evitando lo stalking di Virgilio per tutto l'Inferno e l'intero
Purgatorio.
Però,
non è sempre vero che il telefono fisso sia ormai sorpassato ed
inutile. Io uso spesso il preistorico cordless, per cercare il
cellulare, che perdo almeno dieci volte al giorno, sotto un cuscino
del letto o del divano.
Non
possiedo uno Smartphone o un Iphone, al contrario di mia moglie, che
ne abusa costantemente, chattando, con WhatsApp, con le altre
disgraziate sue coetanee, fans di Mika. Ma amo tanto il mio modesto
cellularino, anche quando mi capita che, appena mi accomodo
beatamente sulla ciambella del water, mi chiamino a ripetizione, o
quando sono intento alla guida, in un traffico infernale, e non posso
rispondere, anche volendolo, perché ho un'auto della PM davanti ed
un'altra dei CC o della PS dietro, che mi controllano strettamente.
Non
sopporto i ragazzotti, eternamente fissi sullo smartphone, a pigiare
sui tasti e a scorrere le dita sullo schermo, che, alla fine, è più
lercio del tavolo di una friggitoria.
Sono convinto che facciano
persino l’amore tramite cellulare, raggiungendo anche due o tre
orgaSMS multipli. Il loro risveglio è radioso, solo se possono
allungare la mano e sentire di avere accanto la cosa più preziosa,
l'amato smartphone.
Per fortuna, la nostra mejo gioventù ne possiede
almeno uno, altrimenti, in compagnia al bar o in pizzeria, sarebbero
costretti a parlarsi, e, a scuola, a seguire le lezioni.
Sarà
anche tempo di crisi, ma, nei megastore di elettronica, gli
acquirenti sono fitti sempre e solo dove si vendono cellulari,
tablet, Ipad e Smartphone; non possederne uno, vasto come una
mattonella, è una vergogna sociale, un degrado di status-symbol.
Amen
vobis dico, in verità vi dico: Giorno verrà che, al semaforo,
scattando il verde, nessuno più vi strombazzerà, per un
nanosecondo di incertezza; tutti saranno intenti a scrutare lo
smartphone, persino a Milano, a Roma o a Napoli.
Ma
confesso che anch'io mi rendo conto della mia solitudine, appena mi
accorgo di aver dimenticato il cellulare a casa; vado quasi in
panico, mi vedo circondato da torvi malintenzionati, senza la
possibilità di implorare un aiuto, via etere, a casa.
Pare, comunque, che
questa paranoia si sia allargata oltre i confini del nostro pianeta,
anche tra gli alieni: “ET...telefono caza...caza...caza...!” Con
un certo ritardo, ma gli avevano risposto, gli amici.
Franco
Bifani
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