La puntata de “Le iene” dell'altra sera mi ha fatto tornare in mente un pensiero che frullava nella mia testa di ragazzina: fare il clown in corsia. Veramente nella mia testa di ragazzina quattordicenne frullava l'idea di diventare proprio un medico di quel tipo, un medico di bambini così tanto malati. Un giorno ho capito che non avevo il carattere per farlo, ho capito che non volevo passare i miei giorni in mezzo a un dolore così senza senso, in mezzo a famiglie disperate e a bambini che non sarebbero mai diventati grandi. Così ho deciso che quel sogno non era più il mio sogno.
L'altra sera quei clown mi hanno fatto ripensare al mio ex ex ex sogno. Magari un giorno, quando mi scoprirò un po' più forte, quando capirò che saprò ridere, o far ridere, anche, e soprattutto, nel momento in cui vorrei soltanto piangere, ecco...magari in quel momento potrei diventare davvero un clown in corsia. Potrei fare volontariato così, non serve essere medici o infermieri per essere un clown terapeuta, però bisogna fare un corso. Sarebbe un'esperienza forte, penso. Un'esperienza che mi segnerebbe dentro, che mi farebbe piangere tanto, già lo so. Tanto io piango anche per le cose stupide, figuriamoci per quelle serie.