Abbiamo spostato l'angolazione in Medio Oriente, per qualche giorno. Occhi aperti, tuttavia, sull'Ucraina, che abbiamo intensamente seguito nei giorni della crisi. L'invito di Facciadareporter è, per il momento, di leggere e ascoltare attentamente i linguaggi utilizzati, le parole. Passate le parole ai raggi X, perché è attraverso le parole che si fa la storia, si fanno le guerre, si cambiano i confini, si fanno le rivoluzioni e le pseduo-rivoluzioni, si difendono le cause onorevoli e quelle senza onore ma con tanti interessi. L'ideale è accedere alle fonti nella lingua originale, se non è possibile si faccia ricorso a traduzioni integrali e il più possibile affidabili. Lo sguardo sul mondo che rivendica il nostro ruolo di individui capaci di critica è uno sguardo consapevole e capace di risalire alle fonti. Circa l'Ucraina siamo, di nuovo, di fronte a uno scenario destinato a preparare lo scontro frontale e a trascinarci, nella nostra qualità di "opinione pubblica", da una parte piuttosto che dall'altra. Il meccanismo è trasparente davanti ai nostri occhi. Basta osservarlo, leggerlo. Basta ascoltare le parole che circolano e rimbalzano ovunque, gratuitamente amplificate dai mezzi di informazione. Basta poco, per smontarle, queste parole.