L’ingresso di SNAM nel progetto era prevedibile, considerato che alla compagnia ex ENI è affidata anche la mansione strategica di smistare, attraverso la propria rete di distribuzione nazionale, il gas che il TAP stoccherà nell’hub salentino di San Foca: alla rete italiana si connetteranno infatti quelle di altri Paesi interessati all’acquisto del gas dell’Azerbaijan. L’acquisizione delle quote Statoil per parte italiana dunque era sì attesa, ma non scontatissima, se si considera che in estate anche il governo turco aveva manifestato interesse a subentrare ai norvegesi nell’azionariato del progetto.
Il TAP (acronimo di Trans-Adriatic Pipeline) è il segmento del Corridoio Meridionale che correrà sullo spazio Ue per 878 km: si connetterà al TANAP (Trans-Anatolian Pipeline, o gasdotto transanatolico) al confine tra Turchia e Grecia e attraverso il territorio di quest’ultima raggiungerà la costa albanese, dove s’immergerà per poi terminare in Puglia. Nonostante la presenza della SOCAR (la compagnia energetica statale azera) nella compagine azionaria costituisca una violazione delle norme antitrust previste dal Terzo Pacchetto Energia, Bruxelles ha concesso una deroga al progetto, a dimostrazione di come in ambienti comunitari lo si consideri altamente strategico per le politiche energetiche dell’Unione Europea.