Snowpiercer

Creato il 26 marzo 2014 da Jeanjacques

E finalmente questo benedetto film riesco a vedermelo pure io, perché tanto se ne è parlato nella blogsfera e pure io volevo arrivare a farmene una mia idea. Anche se mi stava vagamente passando la voglia, perché vedermi paragonare un film sul quale il mio hype punta molto a quella cazzatella di V for vendetta, beh, capirete che se quello è lo standard di partenza allora facevo meglio a usare quelle due ore di tempo a tagliarmi le unghie dei piedi. Un po' perché un film di fantascienza al cinema è sempre un evento, un po' perché il genere mi piace sempre a priori, ma soprattutto perché questo film è diretto da un coreano. Lo stesso coreano che mi aveva deliziato con quel capolavoro che è Memories of murder, ma del quale non ho avuto ancora modo di approfondire la visione. Perché posso sembrare un fancazzista, ma in realtà la mia è una vita piena di impegni - non è vero, sono un fancazzista e pure molto pigro. Comunque, finalmente è possibile vedere questo film, anche se sono costretto a farlo con notevole ritardo perché da me non è stato proiettato in nessun buco di sala. Grazie distribuzione, te l'ho mai detto che ti amo? Quindi oggi è avvenuta la visione insieme alla signora Jean Jaques, e le opinioni... beh, per quelle c'è la recensione!
Nel 2031 la Terra è caduta in una nuova era glaciale. Gli ultimi umani superstiti vivono sullo Snowpiercer, un treno dal motore perpetuo che continua a spostarsi. Alla testa del treno vive la nobiltà, mentre ai poveri ed ai reietti tocca la coda. Ma una nuova rivoluzione intestina sembra destinata a cambiare tutto...Parlare di un film come questo può essere un rischio, perché oramai si è detto tutto e di più, quindi ogni cosa corre il rischio di essere ripetuta fuori tempo massimo. Comunque sia questo film, tratto dal fumetto francese Le transperceneige di Jacques Lob e Benjamin Legand, non è un capolavoro. Perché al giorno d'oggi basta che una cosa superi la sufficienza ed a tutti diventa duro, segno forse che lo standard medio è davvero basso. E pecca in maniera assolutamente ingiustificabile offrendo al pubblico un protagonista ancor meno carismatico di mia nonna che mi racconta quanto ballava alle feste da giovane. Anzi no, lei forse è più carismatica di Chris Evans, che dopo i film della Marvel crede di essere diventato un attore e che qui, proprio per via di questa sua convinzione, stona terribilmente. Fortuna che almeno la barba gli copre i lineamenti facciali. Tolto questo devo dire però che i paragoni a cose come V come Verruca sono davvero empi, mentre quelli a Blade Runner (sì, c'è chi ha scomodato un Ridley Scott che non c'è più) totalmente fuori luogo, poiché sono film di tutt'altra portata e con obiettivi diversissimi fra loro, segno quindi che prima di parlare si dovrebbe fare un paio di conti. Innanzitutto il tema della rivolta è palese fon dalla sinossi, ma devo dire che è stato davvero ben gestito. Il regista non ha paura di colpire basso e di fare male, disegna un ambiente sporco e cattivo in maniera sagace e intelligente e, nonostante delle ingenuità di troppo, riesce a farlo risultare vagamente credibile - non che il genere lo richieda, va detto. Non si lascia fare tutto agli slogan facili da anarcoidi e si costruisce una serie di sequenze davvero gestite con sapienza e che sanno dare la giusta carica che una storia di questo tipo comporterebbe. Ma non tutto fila sempre liscio perché, se la fantascienza non deve essere per forza credibilissima, non si può neppure giocare troppo con la sospensione dell'incredulità come accade mano a mano che la pellicola va avanti. Nonostante le sequenze di battaglia siano davvero ben fatte ed aiutate da un gusto visivo davvero pazzesco (per quanto ancora non capisca la scena del pesce) tutta l'ambientazione sembra davvero poco abbozzata, si attende una risposta che non si sa se mai avverrà e certe cose riescono addirittura a disorientare. E lo spettatore rimane un po' così, interdetto, perché se da un certo punto di vista tutte queste cose possono fermare in un battibaleno la corsa artistica del treno, da un'altra parte non si può rimanere che colpiti da certe idee che, quando hanno modo di esprimersi in tutta la loro forza, esplodono con una potenza quasi atomica. Ed è così che va avanti per tutto il film, con questo sua non stare mai in nessun registro qualitativo specifico e facendoti balenare più volte in testa la domanda su cosa cazzo tu stia guardando. Poi arriva quella sequenza finale, dove ovviamente si arriva in testa al treno e tutte le domande trovano finalmente una risposta. Qui il film ha davvero senso di esistere ed argomenta perfettamente tutto quel suo trattare della rivoluzione, e se prima non scendeva mai (troppo) nel semplicismo, qui architetta un colpo di scena davvero notevole che mi ha fatto davvero riflettere. Quello stesso finale che ben si sposa al decostruzionismo che aveva fatto Alan Moore nel narrare le gesta del suo atipico emulatore di Guy Fawkes. Si finisce col botto, ma il microfinale finalissimo lascia un poco di amaro in bocca e, pur non essendo da pomodori sul palco, non mi ha convinto in pieno.Il film comunque sa colpire come deve e, quando ha odo, riesce a fare addirittura male. Non il capolavoro che decantano in molti, ma sicuramente un film che merita di essere visto.Voto: ★½

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