Snowpiercer, diretto da Bong Joon-ho e basato sulla serie a fumetti francese “Le Transperceneige” è il primo film che questo regista coreano ha girato in inglese. Si tratta di un film di fantascienza che si basa su una storia tutto sommato semplice.
Qualcosa però va male nell’utilizzo di questa sostanza che per qualche ragione finisce per fare entrare il pianeta Terra in un’era glaciale dalle conseguenze devastanti.
La temperatura sulla terra quindi raggiunge dei livelli talmente bassi da non permettere a nessuno di sopravvivere tranne un ristretto gruppo di persone che si trovano sopra un treno. Il treno funziona come una macchina perfetta, eterna, in grado di sconfiggere il ghiaccio e di ospitare un habitat umano in perfetto equilibrio, a patto che però si seguano in maniera quasi religiosa delle regole prestabilite.
Il film procede con ritmi incalzanti, con molti colpi di scena, che lontano dall’essere scontati riescono a fare crescere l’interesse verso la trama in un crescendo che culmina con un finale brillante. Nel film c’è molta azione e molti effetti speciali che però si alternano con momenti più “rilassati” in cui dei lunghi e ben articolati dialoghi e i cosiddetti “spieghoni” (lunghe spiegazioni da parte di un personaggio che permettono al regista di spiegare alcuni punti delle trama o dell’architettura del mondo fantascientifico rappresentato) fanno da protagonista.
È questa incapacità di fermarsi che ha portato l’uomo, secondo il regista, all’autodistruzione. Il regista sembra volerci comunicare il messaggio relativo al fatto che non solo è sbagliato il modo in cui la nostra società risponde alle sfide della crisi attuale di risorse e del clima ma è anche sbagliato che si possa cambiare il corso della storia con una semplice rivoluzione.
Per una vera e propria rinascita della società forse allora è necessario ricominciare tutto da capo. Nel complesso quindi “Snowpiercer” è un film molto ben fatto e coinvolgente, sicuramente un must per tutti gli appassionati di fantascienza e dello Steampunk.
Written by Lorenzo Carbone