E’ questa l’Italia di oggi, grottesca nella sua informazione, fragile, fragilissima nelle sue strutture, sgovernata come sempre, ma non più solidale come una volta. Emotiva, ma sola, rabbiosa, ma impotente, con una gran voglia di riscatto che tuttavia non riesce a esprimersi. E verrebbe voglia di fare i tagli di Fontana sul monitor quando si legge che una bambina ha dovuto essere salvata da una telefonata dall’America, perché nei luoghi del disastro il sistema di comunicazioni telefoniche si è accartocciato come un campanile del tardo Settecento. E soprattutto quando ci si accorge che la cosa viene trattata come un curioso “miracolo” o un miracolo della curiosità senza minimamente interrogarsi su ciò che significa, sul Paese friabile dove troppo spesso una mano di vernice copre le magagne.
Ma siamo pur sempre confortati dal fatto di aver appena votato un pareggio di bilancio in costituzione che costringe a fare i salti mortali in caso di catastrofi naturali, con il correlato che lo stato non pagherà più i danni di alluvioni, terremoti e quant’altro, che da oggi in poi bisognerà ingrassare le assicurazioni per avere un minimo di tutela che peraltro la maggioranza delle persone non potrà permettersi. Nessuno sarà dunque risarcito. E la coincidenza temporale fra il terremoto in Emilia e il provvedimento governativo, è impressionante. Quasi quasi ci sarebbe da chiedere a Red Ronnie cosa ne pensano i Maya, se nelle incisioni si legge “grande testa di legno porta grande sfiga”. Ma forse a questo punto la Rai preferirà intervistare un sismologo. Che sarebbe anche ora.
Un’intero patrimonio storico, per la cui manutenzione probabilmente non c’erano più i soldi, è andato in fumo, le infrastrutture agricole sono state colpite pesantemente, fabbriche sono state distrutte e molte danneggiate migliaia di sfollati: i danni sono enormi e diventano sempre più ingenti, mentre dalla suburra intestinale del leghismo, che se ne vadano finalmente al diavolo loro e il loro leader ladro, inneggia al distacco della Padania. Questa è l’Italia di vetro che basta niente a mandarla in frantumi e dietro cui si muovono ignobili ceffi, scherzosi imbecilli, avide multinazionali, seriosi advisor
Ed è consolante sapere che in questa terra sismica i media non hanno ancora capito, proprio non gli entra in testa, che la scala Richter è l0garitimica. Così apprendiamo che la scossa è stata forte “quasi” come quella de L’Aquila, 6 contro 6,3, mentre in realtà la seconda cifra indica un’intensità doppia rispetto alla prima. La formula generica per il calcolo della magnitudo – onda è mb = log10(A/T) + Q(D,h) , dove A è l’ampiezza in micron delle onde sismiche, T il loro periodo in secondi, Q un fattore di correzione per la distanza, D i gradi fra l’epicentro e la zona interessata, h la profondità in chilometri. Visto che i tecnici negano i rimborsi, almeno c’è da divertirsi a sbertucciare loro e i loro aedi mediatici.