Sòccida
Dal latino sociĕtas ‘società’, nella variante popolare sòcietas.
Anche, antico, sòccita.
Sostantivo femminile.
(diritto) Contratto diretto a costituire un’impresa agricola di natura associativa, nella quale si attua una collaborazione economica tra colui che dispone del bestiame (soccidante, concedente) e chi deve allevarlo (soccidario, allevatore), al fine di allevare e sfruttare una certa quantità di bestiame ed esercitare le attività connesse, ripartendo spese e utili inerenti sia all’accrescimento del bestiame sia ai prodotti (latte, formaggio, ecc.) che ne derivano.
Soccida semplice: il soccidante conferisce il bestiame e il soccidario presta l’attività necessaria all’allevamento, dividendo tra loro gli accrescimenti, i prodotti, gli utili e le spese secondo le proporzioni stabilite dal contratto o dagli usi.
Soccida parziaria: il bestiame è conferito da entrambi i contraenti, il soccidario presta in più l’attività necessaria all’allevamento.
Soccida con conferimento di pascolo: il soccidante conferisce il terreno per il pascolo, e ha la direzione dell’impresa, il soccidario conferisce il bestiame e il lavoro necessario, con il diritto di controllare la gestione.
Una (parola) giapponese a Roma
Glitch [glitS]
Voce inglese.
Sostantivo maschile invariabile.
(elettronica) Picco di tensione di breve durata.
Spike [spaik]
Voce inglese, propriamente ‘punta’.
Sostantivo maschile invariabile.
1. (fisica) Zona di un materiale, di forma più o meno appuntita, in cui è localizzato il danneggiamento provocato da radiazioni nucleari.
2. (fisica) Nella rappresentazione grafica di un fenomeno, il picco che indica il brusco variare della sua intensità.
3. (elettronica) Picco di tensione di breve durata periodico, che si ripete a intervalli più o meno regolari.
Gli abitanti di Caprarola, comune in provincia di Viterbo, si chiamano caprolatti. Non chiedetemi perché.
Venticinquesimo libro, terzo indizio
Poi si parla di malattie mentali, di patologie tali che possa capitare che un intero popolo si faccia guidare da un pazzo, e che ne rimanga a tal punto soggiogato da commettere o accettare qualsiasi nefandezza. E queste sono cose vere, mica invenzioni di un romanziere.