Avevo focalizzato un problema insistente, una specie di loop, uno scambio difettoso, un interruttore sovraccaricabile nel mio pormi in relazione col prossimo, se da un lato mi lasciavo avvicinare senza pregiudizi, dall'altro, una pentola d'olio bollente verbale, era sempre pronta a versarsi sui malcapitati dall'alto della mia torre. Tanto per cominciare, com'è che ero finito in cima a una torre? Sei una principessa, mi chiesi, no non lo sei, e allora chi altri può abitare in una torre? Un condannato, uno stregone malvagio, o un contadino fifone, le ipotesi più accreditate!
In realtà, come tutti, ero nato in terra, ma col passare del tempo, mattoni fatti di diffidenza, giudizio e pericolo, cementati uno ad uno, intorno a me dalla famiglia, (nella migliore delle ipotesi per proteggermi, nella peggiore per nascondermi), mi avevano limitato la visuale, ma siccome già da piccoletto, ero deciso a sopravvivere, credo di aver cominciato a sedermici sopra. Il tempo passava e ad ogni fila di mattoni aggiunta io salivo di un pochetto, aumentando la distanza tra me e i miei genitori, e cominciando a scorgere orizzonti più ampi, da quel cumulo di pregiudizi e paure. Se da un lato, ero riuscito a non rimanere chiuso dentro, dall'altro l'altezza raggiunta mi aveva allontanato dal livello degli altri, lasciandomi lì a osservare tutti coloro che si avvicinavano senza poterli raggiungere. Vista così, la situazione, spiegherebbe anche il bisogno che sentivo, di essere "salvato", perché quel cumulo, una scala non ce l'aveva, e io non sapevo di poter volare.
Ogni tanto qualche pellegrino, riusciva a sconfiggere i potenti incantesimi che circondavano quel luogo, e con la sua scaletta cercava di raggiungermi, ma quando era a portata di sguardo, invece di trovare un fanciullo con le braccia tese, trovava un rompicapo da sciogliere.Eccomi quindi adulto, seduto ad un tavolo del bar, osservare con lucidità, il motivo per cui se qualcuno voleva scambiare due chiacchiere con me, finiva per essere schiacciato da una serie di "indovinelli" senza senso, che di solito finivano per scoraggiare qualunque altra iniziativa, se non per provocare un bel "scusa ma chi ti credi di essere"?
La profonda differenza tra le mie intenzioni, e i risultati che ottenevo mi costrinsero ad ammettere, che ero sulla difensiva da troppo tempo, e che senza ormai accorgermene stavo solo rispedendo al mittente le lettere di buon auspicio che il destino poteva avermi mandato sotto forma di persone. Che fare dunque? La demolizione della mia torre, avrebbe richiesto troppo tempo, e allora decisi di ammorbidire un po il grado dell'interrogatorio e di avviarlo verso una semplice conversazione, decisi che considerati i risultati, il mio metodo non era nemmeno tanto efficiente e che potevo rinunciarvi. Le prime volte, le conversazioni private del mio talento indagatore, finivano per distrarmi, ma notai che le persone meno pressate si rilassavano e avendo meno fretta di spiegarmi, lasciavo spazio magari ad un successivo appuntamento, di conseguenza, la mia vita sociale si ampliò e mi ritrovai finalmente al pian terreno della torre di complessità, chiedendomi come avessi fatto a passarci tanto tempo in cima.
Nei cambiamenti, occorre gradualità perché si consolidino come autentici, ed io, ancora troppo ansioso di riuscita, avevo forse virato troppo in fretta la prua, tant'è vero che, ero arrivato al punto di far parte di una sorta di circo, più che di una nuova e variegata umanità. Ti fai le canne? eh va bene, non ti giudico,ma magari intanto che torni dal viaggio mi leggo un libro, vuoi andare nel bar alternativo e bere vino come geppetto, va bene, ma se ti addormenti sul tavolo torno indietro da solo, sei una modella cocainomane e pensi che il fashion sia una favola, va bene ma io ho fame! Tutte queste persone mi trovavano adorabile, perché non li giudicavo e non guardavo alle loro abitudini con disprezzo, che bello, ma cazzo, si facevano la loro vita con me al seguito che ne raccattavo uno e ne curavo un'altra, senza mai chiedersi se la cosa avesse un senso, quindi stufo di quella giostra scesi regalando ad ognuno di loro i miei gettoni avanzati e di nuovo da solo per la strada, come un pinocchio qualsiasi mi riempivo di nuovi interrogativi.
Ma, dopo aver saputo tutto quel che c'era da sapere su come accettarsi, che diavolo me ne facevo di una autostima mondiale? Non ci verrà mai a prendere un caffè con te, la tua autostima del picchio, ma se per avere compagnia bisogna accettare tutto, in compagnia di chi si è realmente?Il balzo, da "Non mi fiderò mai" a "Ma allora vale tutto" , non c'è da sorprendersi che non avesse funzionato, diranno alcuni, ma la via di mezzo, l'equilibrio tra negazione e abnegazione come si chiama? Si chiama convenienza per la maggior parte delle persone, cioè se mi conviene mi fido per un po, ma appena la convenienza viene meno, nemmeno ti conosco. E' affascinante come le persone fingano così bene di condividere delle realtà di cui non gli importa proprio nulla, o di avere una amicizia che va "oltre" senza muoversi di casa, o di non litigare mai con nessuno perché di nessuno hanno a cuore il bene. Esporsi non va bene, giudicare un atteggiamento è dittatura, limitare il linguaggio improprio è bavaglio, avere dei valori è pesantezza, essere semplici è da sfigati, essere avanti è da raccomandati, avere talento è sognare ad occhi aperti, ma come diavolo può essere tanto complicato dirsi ciao, come stai, ti va di fare due passi insieme?Molti anni più tardi,fui felicissimo di non aver demolito la mia torre, perché avere un attico divenne una cosa molto chic, e presi in considerazione di ristrutturarla mentalmente, e di tornare ad abitarci. Il rumore assordante prodotto dal vuoto di un umanità sfiancata da una libertà di cui non sa far uso, ma per la quale è ancora disposta a farti morire di noia, o a calpestarti senza raggiungere nessuna meta, è di gran lunga più sopportabile se, di notte quando le voci tacciono e le libertà si esprimono col favore delle tenebre, tu puoi alzare la testa verso le stelle e cantare in santa pace "extraterrestre portami via, voglio un pianeta su cui ricominciare"!