Social, dipendenza e ciambelle di salvataggio

Da Shanta @ClaudiaShanta
La connessione ai social media è diventata una finestra aperta sul mondo e sulla realtà che ci circonda: molto più di una radio, di una tv o di un giornale quotidiano permette di essere ovunque, dovunque e con chiunque, senza alcun limite se non quelli imposti dallo scorrere del tempo.La dipendenza in realtà non è "dalle macchine" e dagli strumenti digitali, ma dall'euforia di poter condividere in un istante pensieri, emozioni e sensazioni.
Poter allargare, senza limiti, la propria conoscenza. Una sensazione senza eguali. 
E' questa allora una dipendenza negativa o non si tratta invece di un esaltante momento di immersione totale nelle proprie passioni?
Il paragone che mi viene da fare è con i libri: se un libro mi piace, mi appassiona, mi immergo nelle pagine ed il tempo scorre su binari differenti da quelli imposti dalla realtà: ma suppongo che non abbiate mai sentito parlare di dipendenza da lettura.
I nuovi strumenti di connessione digitale sono ancora pervasi da un'aura di diffidenza perché non sono ancora totalmente inseriti nella vita quotidiana: tra qualche anno il problema di "disintossicarsi" non verrà più nemmeno sollevato. 
Comunque, tornando all'argomento, ogni tanto un po' di "decompressione" e distacco dal web ci vuole: se non altro per fare una lunga passeggiata ed apprezzare le bellezze della natura.
Il mondo sociale è incredibile per le proposte e le possibilità che offre. La velocità delle informazioni sul web sta costringendo anche il nostro cervello ad adattarsi a modalità nuove e diverse di apprendere e di comprendere: migliaia di informazioni da selezionare, proposte da condividere, idee da fare proprie... i neuroni giocano tra loro e creano sinapsi alternative a quelle già sperimentate, stravolgono le immagini e le parole e le fanno diventare materia nuova dotata di una forza creativa assoluta. 
Stiamo imparando ad "elaborare" le notizie rapidamente, a selezionarle ed archiviarle per i momenti in cui saranno utili.
Il web è totalizzante, tutto o niente, il tempo assume una sua connotazione che non è paragonabile a quella dei ritmi conosciuti. Non ci sono più il giorno e la notte, l'ora e il minuto, si diventa parte di un mondo che, in realtà, è solo parzialmente virtuale.
Da quando ho il blog l'impegno e la presenza sul web è triplicata, pensare l'argomento da sviluppare, trovare le immagini adatte, fare un minimo di "pubblicità", interagire ed essere presente... senza porsi dei limiti si rischia davvero di perdere il contatto con la realtà.
Stare troppo in rete alla fine stanca, perché se non dosata correttamente ti fagocita.Per non soccombere, mi sono data delle linee guida, non regole ferree ma comunque utili: non più di tre ore al giorno sul web (questa è la regola più difficile da rispettare...), almeno un'ora dedicata a leggere (libri e riviste di carta!!!) o a creare qualcosa per il gusto di fare. 
Staccare ogni tanto non solo è positivo, ma anche necessario.
E, soprattutto, nelle gite e nei viaggi di piacere poco smartphone o tablet (magari solo per le crisi di astinenza...) per apprezzare fino nel profondo i luoghi visitati e le persone conosciute.
Tuttavia credo che non si debba mai "mollare" completamente gli ormeggi. Perché i blog amatoriali sono come fragili fiori cresciuti sulla sabbia: le radici sono poco profonde ed hanno bisogno di essere annaffiate con frequenza e costanza.
Perdonatemi la curiosità ma... qual'è il vostro rapporto con il mondo social?
Amore o odio?