Focus dell'Intervista
Nel corso dell'intervista vengono affrontati diversi temi do social media marketing e non solo, dove Daniele Salamina offre spunti e suggerimenti di valore: dalle strategie di dgital marketing, al ruolo del content marketing e dell'autorevolezza su internet, dall'approccio da utilizzare nelle attività sui social media, al ruolo della user experience nell'era dei mercati conversazionali, dal target utenti, alla misurazione dei risultati attraverso la web analytics. Come si diventa un Social Media marketing Specialist? Per scoprirlo leggete l'intervisita.
1) Il digital marketing continua a evolvere. Su quali strategie puntare?
Su quelle che funzionano! Scherzi a parte, ma nemmeno tanto, il segreto è quello di individuare il tuo target di riferimento, profilarlo nel modo più specifico possibile e, infine, creare delle campagne di marketing e comunicazione digitale molto verticali su ogni segmento. Non fissarti su pochi canali di traffico, è fondamentale diversificarli per colpire tutte le persone che sono interessate al tuo prodotto e raggiungerle su tutte le piattaforme e tutti i dispositivi che utilizzano.
Ci sono diversi casi di studio sul fatto che una persona tende a fidarsi maggiormente di un’azienda che vede su canali diversi (effettuando una ricerca su google, sui social network, sulla rete display ecc) e sul fatto che, prima di un acquisto, un utente visualizza il prodotto su dispositvi diversi.
Pensare di tenere in vita una attività grazie ad un unica sorgente di traffico non è fattibile perchè diventi dipendente al 100% da un solo canale e quindi anche schiavo di quel canale, il segreto è quindi quello di testare sempre nuovi canali e cercare di trarre il meglio da ognuno. E’ naturale che saranno pochi canali a darti l’80% dei risultati positivi, ma non sottovalutare mai quel 20%.
2) Content marketing di qualità e Authorship : quale approccio implementare in azienda?
L’approccio migliore è quello di riuscire a creare internamente i contenuti di valore e legarli al proprio brand. Per contenuti di valore naturalmente intendo quei contenuti che non solo attirano l’utente, ma lo fanno rimanere sul sito e creano trust e interesse continuo nell’azienda. Chi può sapere meglio quali sono i bisogni dei potenziali clienti, le domande che si pongono, le perplessità che sollevano, se non chi li sente tutti i giorni?
Le sinergia tra il sapere esattamente cosa il cliente si domanda e il creare un piano di content marketing che sia integrato con i canali sociali e sia in grado di spingere i prodotti e servizi aziendali, è la formula vincente per un campagna di content marketing di successo. Non promuovere i tuoi prodotti, fai in modo che i tuoi prodotti o servizi risolvano un problema, non dire ai tuoi utenti che il tuo prodotto risolve il problema, mostragli come farlo.
L’Autorship, in tre parole, significa metterci la faccia. Lasciando perdere considerazioni legate alla seo oppure al maggiore ctr che ricevono i risultati di ricerca con il markup author, tutte cose che certamente vanno annoverate trai i pro, creare un contenuto che sia legato a qualcuno, qualcuno che non è solo un nickname online, fa scattare una molla di fiducia che difficilmente si può creare in altro modo. Di contro, l’autorship senza contenuti di valore è inutile, se non deleterio. Si apre poi tutta la questione legata al brand personale… un mondo a parte.
3) I Social Network continuano a crescere. Quali utilizzare? Come fare social advertising?
Avere una fan page dedicata sui principali social network penso che sia ormai indispensabile per qualsiasi azienda, perchè:
- aumenta il trust verso l’azienda, soprattutto per chi non ci conosce ancora,
- aumenta la conoscenza del brand e il potenziale passaparola,
- avvicina l’azienda ai clienti, che soprattutto per attività esclusivamente online sono segnali indispensabili,
Questo non significa però che bisogna usare tutti i canali sociali, anzi, meno risorse hai a disposizione in azienda e meno canali sociali ti consiglio di aprire. Avere una pagina fan di facebook senza aggiornamenti, con pochissimi fan e senza una persona che modera i commenti e risponde alle domande è peggio che non averla affatto, da un’immagine sciatta dell’azienda e poco professionale. Per iniziare consiglio Facebook, Linkedin, Twitter poi anche qui le porte che si aprono possono essere infinite e tutto dipende da dove si raduna maggiormente il tuo target e dove interagisce di più con i tuoi contenuti, è li che devi puntare.
Il social advertising, come ho continuato a ripetere, è tutta una questione di target, individua due, tre… quanti più profili corrispondono ai tuoi clienti potenziali, catturali con il giusto contenuto e il giusto messaggio, tutte cose che si ottengono imparando da chi ha già fatto il tuo stesso percorso (cerca case history del tuo settore!) e dai tuoi stessi errori ed esperimenti.
4) Come si diventa un Social Media marketing Specialist?
Frequentando il corso in social media marketing dell’Endivia Academy ;)! Beh, diciamo che è un ottimo inizio per capire come ci si muove in questo mondo e quali sono le strategie giuste da cui partire. Per diventare un social media marketing esperto poi, come per tutte le cose, lo si diventa davvero solo facendo tanta esperienza, lavorando ogni giorno sul campo, facendo esperimenti e anche tanti errori. Testare è la chiave del successo del marketing online.
Più accumuli esperienza nel tuo settore e più sei avvantaggiato rispetto a chi parte da zero, hai un bagaglio di risultati positivi e negativi che ti permette di saltare tutta una serie di attività che sai già non funzioneranno, ma non si smette mai di provare a migliorare il risultato delle proprie campagne. Il giorno in cui il tuo annuncio ti sembra perfetto, è il giorno in cui devi iniziare a rifarlo da zero! ;)
5) Il ruolo della user experience: quale peso dare alle recensioni nelle decisioni di acquisto?
Un peso importante, un peso massimo. Le recensioni possono determinare il successo o il flop non solo di un prodotto ma dell’azienda stessa, soprattutto nel mondo digitalizzato di oggi in cui un messaggio può diventare virale e facilmente ne perdiamo il controllo. La recensione può essere una discriminante tra un acquisto effettuato e uno mancanto, soprattutto quando il cliente è ancora nella fase decisionale e non ha ancora aggiunto un prodotto al carrello. Non possiamo prevedere quali siano tutti i bisogni dei nostri clienti, a volte una recensione positiva può sbloccare un acquirente che aveva uno specifico dubbio risolto proprio grazie ad una recensione.
Pensate ad una recensione come “Ho acquistato questa maglietta ieri, ma la taglia non andava bene, grazie al rapido customer care e il reso gratuito ho risolto subito, ora è perfetta!”, in tre righe il cliente successivo viene tranquillizzato sul fatto che il reso è gratuito e che, se avrà dei problemi post acquisto, verrà aiutato… è quasi un soddisfatti o rimborsati con il valore aggiunto di essere una recensione spontanea e imparziale.
Faccio un esempio, un professore (ecommerce) sta spiegando un problema (l’acquisto) alla lavagna e tutti i passaggi per risolverlo, uno degli studenti non ha capito un passaggio ma è timido, si vergogna a fare la domanda e non riesce a capire il problema, quindi non riuscirà a risolverlo. Un altro compagno ha la sua stessa perplessità e chiede al professore di ripetere quel passaggio, il professore risponde al compagno che ha fatto la domanda, ma anche a quello che non ha mai posto la domanda, due problemi risolti (due acquisti) con una sola risposta.
6) Misurazione dei risultati, data analytics e ROI: pianificazione, attuazione e controllo in real time. Quali suggerimenti?
A questa domanda potrei rispondere con un secondo libro! Davvero, ci sarebbero mille considerazioni da fare sulla misurazione dei risultati e sulla scelta delle giuste metriche da valutare. Non esistono solo le conversioni come metrica di riferimento, sono quelle che fanno andare avanti l’azienda ovviamente, ma focalizzarsi solo su di loro, soprattutto se ne arrivano poche, rischia di darti una visione miope delle tue attività, rischia di non farti vedere l’elefante nella stanza. Magari il problema non sono le campagne sbagliate ma è il tuo sito che non converte.
Monitora le visite, la durata delle visite e il numero di pagine visualizzate, controlla attraverso l’analisi dati In-Page dove davvero cliccano maggiormenti i tuoi utenti, potrai scoprire che il tuo sito o la tua landing page non sono intuitivi come pensavi. Se regali una casa a qualcuno, ma non gli dai le chiavi per entrare, la casa sarà inutile e finirà abbandonata e in rovina.
Altra regola ferrea della misurazione dei risultati: tagga tutto! Fare 100 attività, se non riesci poi a distinguere quali sono le attività che ti portano il ROI maggiore, significa che stai perdendo tempo e soldi. Grazie a Google Analytics è già possibile distinguere le sorgente di traffico e valutare singolarmente le varie metriche, ma renditi il lavoro più facile collegando Analytics al tuo account Adwords e taggando tutte le dem e le newsletter che invii.
Da ultimo, Analytics è uno strumento fantastico, puoi davvero vedere in tempo reale cosa combinano gli utenti sul tuo sito, ma ricorda che è possibile personalizzarlo in mille modi. Uno strumento molto utile per avere la situazione del tuo sito sotto controllo senza stare di vedetta sull’account è quello di impostare degli avvisi personalizzati per tutti gli eventi che ti interessa monitorare davvero in tempo reale. Puoi impostare degli avvisi via mail per qualsiasi tipo di evento in base a diversi criteri, un esempio molto banale, puoi settare l’avviso in modo che ti arrivi una mail se il tuo traffico organico cala drasticamente, se il numero dei visitatori giornalieri cala sotto un certo numero o se ti arriva una conversione da una particolare fonte. Fai il lavoro grosso una volta e ti semplifichi la vita.