Già, perché a quanto pare molti dei timori delle aziende sarebbero in realtà infondati. Secondo una ricerca dell'agenzia di comunicazione Weber Shandwick, sei intervistati su dieci (da un campione di 2.300 persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni che operano in imprese con più di 500 dipendenti) si sono trovati a difendere il proprio datore di lavoro davanti a famiglia, amici o sui social network.
Solo il 16% ha scritto commenti negativi, e il 14% si è pentito di quanto postato. Una conseguenza anche dei sempre più raffinati programmi di brandizzazione e fidelizzazione dei propri dipendenti, che li porta a riconoscersi con il marchio per il quale lavorano, a patto che ci sia fiducia verso chi guida l'impresa, flussi di comunicazione interna, formazione e sviluppo e impegno nella corporate social responsability (il famoso "don't be evil" di Google).
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