Social Network: i dati per sapere chi vincerà la sfida

Da Twagomagazine @lorenzomonfreg

In un’era in cui le comunicazioni interpersonali si fanno sempre più virtuali e in cui il fare impresa su internet diventa una sfida sempre più interessante, ma soprattutto realizzabile, non è difficile non notare come i social network rappresentino oggi un incalcolabile stimolo per investire le proprie energie e le proprie risorse economiche e per mettere a punto progetti innovativi in grado di ritagliarsi i propri spazi sulla rete e soprattutto nel cervello e nelle abitudini di ciascuno.

Chi, tra gli utenti appassionati di internet, non ha pensato, almeno una volta, di diventare il nuovo Mark Zuckerberg con un proprio progetto! Social network significa – almeno nell’immaginario – siti grandissimi e pieni di iscritti, contenuti importati direttamente dagli utenti, ma soprattutto soldi e introiti da pubblicità e sponsor. Social network appare inevitabilmente bello.

Ma cos’è che si cela dietro ai social network? E’ tutto oro quello che luccica? Oltre a Facebook, quali sono i social network più amati dagli utenti e in che condizioni versano?


Per parlare di ciò, serve innanzitutto una prima “classifica” da cui partire: Facebook è davvero al primo posto tra i social network per utenti iscritti che, pensate, arrivano addirittura a sfiorare il miliardo (siamo intorno ai 950 milioni), profili fake (stimati all’incirca all’8%) compresi. Ma, malgrado il distacco astronomico, non è il solo ad avere milioni e milioni di utenti: che dire, per esempio, di Twitter, con i suoi quasi  520 milioni di utenti, o di Google Plus, arrivato ormai ad oltre 200 milioni di utenti? E ancora, di LinkedIn o Pinterest, rispettivamente a 150 e 12 milioni di iscritti?

I social network fanno effettivamente successo, ma non è detto che lo facciano tutti allo stesso modo o con lo stesso target: se Facebook, Google Plus e LinkedIn sono, infatti, siti da “uomini” perché utilizzati – anche se con differenze di pochi punti percentuali – in prevalenza da utenti di sesso maschile, altro discorso vale invece per Twitter e Pinterest, preferiti dalle donne, più che dagli uomini, per la normale e quotidiana navigazione.

E non è detto, ancora, che gli utenti passino lo stesso tempo per tutti i siti: se Facebook e Pinterest “intrattengono” ancora per molto i propri iscritti, con una permanenza media di circa 400 minuti al mese (in discesa per Facebook), poco in confronto ottengono Twitter, LinkedIn e Google Plus, con dati che per quest’ultimo sono inferiori addirittura ai 5 minuti mensili.

Analizzare, dunque, un vincente tra questi siti è un qualcosa di davvero singolare e non univocamente determinabile: altri discorsi si potrebbero fare ancora per l’età degli utenti, per la loro professione, il loro titolo di studio, ciò che cercano (e trovano) nel sito che visitano.

Come si fa, dunque, a capire chi merita di vincere la sfida? Si considera il valore che un utente può avere per il sito: e allora si, che malgrado tutto, è ancora Facebook a trionfare, con i suoi circa 120 dollari di valore per ogni utente iscritto (e con tutti quegli iscritti!), seguito a ruota da Twitter e LinkedIn con valori vicini, malgrado il differente numero di utenti, ai 70 dollari, e da Pinterest, dove ogni utente vale “solo” 30 dollari.

Google Plus? Per questo sito, forse, la cifra è un qualcosa di davvero incalcolabile per noi utenti mortali. Il motore di ricerca di Mountain View usa infatti la sua posizione di “ago della bilancia” per la popolarità di un sito per incoraggiare ed, eventualmente, guadagnare, anche per questioni strettamente connesse al suo social network. Ed è qui, proprio qui, che quando il mistero sembra finalmente risolversi, inevitabile arriva ancora ombra su questo mondo complesso, (non sempre) così redditizio, difficile da capire per noi che vediamo le cose dal davanti, e non dal dietro, di un bancone del fruttivendolo.

scritto da Ferdinando Toscano, blog manager del sito di informazione tecnologica ViViGeek


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