A volte i miei polmoni si dimenticano di lavorare. Restano li,immobili,intrappolati in quella gabbia di ossa e muscoli. È in giorni così che ho bisogno di prendere un foglio,di prendere delle parole e usarle per scandire ciascun atto respiratorio.
Passo 1. Ricordati di respirare
Passo2. Ricordati di respirare
Passo 3. Ricordati di respirare
Passo 4. Alzati e vai in palestra
Passo 5. Troppe volte nella mia vita ho desiderato di essere morta
Passo 6. “Un giorno questo dolore ti sarà utile”. È una cazzata. Corrode. Corode parti di te che non tornano più e ne scopre altre,tremende. Corrode la serenità,i sorrisi. Corrode la libertà di andare a mangiare del sushi senza scatenare un putiferio.
Passo 7. Mi viene da vomitare
Passo 8. Mi sento a casa in luogh strani. In ospedale. In palestra.
Passo 9. Voglio avere l’età che ho. Rivoglio i miei 16 anni.
Passo 10. Vorrei essere uno sciovolo. Così tutto mi scivolerebbe addosso.
Quando lei sta troppo in casa io finisco inevitabilmente per stare male. Ci provo ad arginare i danni,gli errori della mia persona,ma a quanto pare sono troppi. Incontenibili. Non basta fare tutto. Spesa,stendere,veterinario,medico,revisione della macchina,no…non devi uscire troppo,non devi andare a mangiare il sushi,non devi andare ai concerti,non devi andare via perchè prima si deve organizzare lei poi puoi fare tutti i progetti che vuoi.Che però non puoi fare perchè a casa c’è una cosa chiamata cane e un’altra fratello minorenne. È avvilente. Io mi sento costantemente in colpa e mi sforzo di fare di più,ma a volte il di più diventa troppo.
Passo 11. Cos’è un complimento?
Passo 12. Ormai so che il momento in cui tutto è iniziato a precipitare è stato tre anni fa. Altrimenti non mi racconteresti di mariti e moglie infedili e di matrimoni durati solo nove mesi.
Passo 13. Il mio dolore non è mai stato importante. “Tutti soffrono”,”Tutti hanno avuto un’adoloscenza problematica”,mi diceva. Ma allora perchè la tua sofferenza deve essere sempre maggiore e specialmente più importante della mia? Perchè per me dev’essere colpa e per te scusa?
Oggi avrei voluto stare sotto le coperte e piangere. Piangere. Piangere.
La soluzione sarebbe vivere con mio padre. Ma come faccio?Dovrei dividere la casa con quella troia russa. Non respirei comunque. Se mi volesse-mio padre intendo-magari sarebbe meglio che qui.
Non posso nemmeno farmi la doccia senza che lei mi faccia notare che ne faccio troppe. Ho smesso di cucinare per non sentirla più,ma non posso smettere di lavarmi. Come non posso smettere di leggere o di uscire con gli amici per permettere a lei di uscire,non posso smettere di avere una relazione seria o di fare progetti con A. per non vedere le sue espressioni perplesse e non sentire le sue frasi acide.
Sta arrivando un temporale. E stranamente mi piace.
V.